BRINDISI – Nonostante dal Governo nazionale non sia mai arrivato un segnale di disponibilità per sottoscrivere un accordo di programma per Brindisi, le notizie positive non mancano, visto che su questo territorio stanno per piovere centinaia di milioni di euro, sia pubblici che privati.
E’ dei giorni scorsi, ad esempio, il piano industriale di Versalis che per il Petrolchimico di Brindisi destina investimenti per circa 200 milioni di euro. L’Enel, invece, non ha ancora ben chiarito i termini della sua presenza quando il processo di decarbonizzazione sarà ultimato, ma si sa già che c’è la disponibilità a mettere a disposizione le proprie strutture per realizzare a Brindisi una base logistico-portuale, così come c’è intesa sulla possibilità di utilizzare la presa d’acqua a mare di Cerano per realizzare un impianto di dissalazione.
A questo si aggiungono i 52 milioni di euro destinati a Brindisi dal Contratto Istituzionale di Sviluppo, i benefici rivenienti dalla Zona economica speciale e i cospicui investimenti nel porto, oltre al collegamento Shuttle. Il tutto, senza contare ciò che arriverà a Brindisi attraverso il PNRR.
Tanti soldi, però, non significano automaticamente sviluppo. A lanciare l’allarme è stata la CNA che insiste nel rimarcare la necessità di “fare sistema” affinché i finanziamenti si tramutino in un moltiplicatore economico ed occupazionale capace di risollevare le sorti di Brindisi.
Allo stato, però, non ci sono le condizioni perché gli enti tra loro continuano a litigare e la polemica spesso prende il posto del dialogo. Ecco perché è necessario invertire la rotta quanto prima, anche perché sarà estremamente difficile riavere una occasione come questa per cancellare definitivamente la parola “crisi” e far partire uno sviluppo diverso e meno impattante rispetto a quello degli ultimi decenni.
Mimmo Consales