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Pma a Lecce, Pagliaro: “finalmente, ora subito cronoprogramma. Noi vigileremo”

LECCE – “Oggi è stata confermata la volontà di trasferire il centro pubblico di procreazione medicalmente assistita da Nardò a Lecce. Non più solo un impegno, ma una disposizione operativa assunta questa mattina dai vertici della sanità locale e regionale”. Lo dice il consigliere regionale Paolo Pagliaro, al margine del vertice barese di questa mattina sul tema durante il quale si è parlato di tempi e modi per attivare un centro Pma al Fazzi di Lecce.  “Avevamo prospettato due ipotesi che avrebbero consentito la immediata ripresa dell’attività pubblica di PMA in provincia di Lecce -continua- ossia la rifunzionalizzazione del centro di Nardò, perfettamente operativo fino al 2019 quando ne fu deliberata la chiusura; oppure l’allestimento degli ambulatori al Vito Fazzi di Lecce per le visite e la consulenza specialistica, conservando però i laboratori di Nardò per la fase terapeutica. Invece si è preferito il percorso del trasferimento da Nardò a Lecce, che comporta procedure lunghe e complesse. Questa volta, però, non ci bastano gli annunci e chiediamo un cronoprogramma di tutti gli interventi da compiere, che verificheremo passo dopo passo, uno per uno.
Avevamo già incassato l’impegno dell’attivazione di un centro pubblico PMA al Fazzi entro giugno dell’anno scorso, ma nulla si è mosso finora. Vogliamo concedere credito, ma annunciamo fin d’ora una vigilanza serrata sul rispetto dei tempi, con sopralluoghi costanti. Questo è un nodo al fazzoletto che ci auguriamo davvero di poter sciogliere nel più breve tempo possibile, insieme a tutte le coppie che hanno dovuto rinunciare al sogno della genitorialità dopo la sospensione delle attività del centro pubblico di Nardò. Non accetteremo ulteriori procrastinamenti e prese in giro, com’è successo con la mancata apertura del nuovo centro entro giugno 2021. Di promesse vane ne abbiamo sentite troppe in questi due anni – incalza Pagliaro – mentre scorreva inesorabile l’orologio del tempo, negando alle coppie il diritto di essere aiutate a procreare e costringendole a viaggi della speranza o a percorsi a caro prezzo nelle strutture private, che invece hanno avuto la strada spianata per poter operare in provincia di Lecce. Ben vengano i centri privati, ma accanto a strutture pubbliche operative ed efficienti.
Questa ingiustizia ora deve essere sanata: le coppie devono potersi rivolgere ad un centro pubblico, perché il sogno di avere un figlio non può essere precluso in base al reddito”.

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