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Vaiolo delle scimmie, primi casi in Puglia

BARI – Il vaiolo delle scimmie è arrivato anche in Puglia. E non si tratterebbe di un solo caso, ma di due. Entrambi riscontrati nel barese.

Da quanto si apprende il primo sarebbe stato riscontrato nelle scorse settimane su un paziente rientrato da un viaggio all’estero nei 21 giorni precedenti alla manifestazione dei sintomi. Il secondo, qualche ora fa, è stato confermato dal Policlinico di Bari e dalla Regione Puglia. Entrambi i soggetti sono in buone condizioni di salute e si trovano in stretto isolamento a casa. Ciò che, però, complica il tutto è il tracciamento.

Il primo caso per il centro prevenzione della Asl è stato più facile. L’uomo che presentava già evidenti segni della malattia, le classiche pustole, era rientrato da un viaggio a Londra nei 21 giorni precedenti. Tempo questo stabilito dagli esperti per l’incubazione e la manifestazione del virus. Di lì le analisi e l’immediata diagnosi con segnalazione al Ministero della Salute. E tracciamento dei contatti stretti per l’isolamento come da prassi.

Il secondo, e ultimo caso in ordine di tempo, sta complicando, invece, le fasi del tracciamento. Anzitutto il 36enne si è rivolto al Policlinico perché mostrava lesioni compatibili con il contagio da vaiolo. Le indagini successive hanno confermato i sospetti dei medici. Non è però un viaggio all’estero l’indiziato numero uno, perché l’ultimo viaggio fatto dal paziente, in Egitto risale a tre mesi fa; troppi per legarlo alla comparsa della malattia e quindi bisogna tracciare i contatti diretti negli ultimi 21 giorni. E sembrerebbe che su questo si stiano avendo più problemi. Il tracciamento anche in questo caso è essenziale perché questo virus è trasmissibile per contatto diretto a differenza del covid che resta anche sospeso nelle particelle nell’aria. Ciò significa che bisogna necessariamente scambiarsi baci, abbracci o avere rapporti sessuali. Tutte informazioni che non tutti hanno voglia di condividere con gli esperti della Asl.

La sorveglianza, come si diceva nelle scorse settimane, è comunque attiva da tempo in tutte le province della Puglia. Ma l’assessore alla Sanità Rocco Palese e il direttore del dipartimento Vito Montanaro invitano a non creare allarmismi. “E’ opportuno però –  dicono – che tutte le persone che presentino lesioni vescicolari, febbre, linfonodi ingrossati e altri sintomi più aspecifici o che siano stati a stretto contatto con un caso accertato o fortemente sospetto si rivolgano al proprio medico che valuterà se è necessario procedere ad approfondimenti diagnostici”.

 

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