LECCE – Spedizioni punitive di inaudita violenza. Il movente è -stando alla querela delle parti offese nei confronti degli aggressori- abbattere la concorrenza. Spingerli a chiudere l’attività.
Le sequenze che vedete nel servizio sono estrapolate da due video di 13 minuti in tutto, registrati dalle telecamere di videosorveglianza interne di un fast food specializzato in kebab, di proprietà di un giovane di origine pakistana.
Video che saranno portati in tribunale nel processo che si aprirà nei confronti dei presunti responsabili, anche loro pakistani, titolari e dipendenti di un fast food simile, poco distante.
In 5 sono stati infatti rinviati a giudizio. E 5 sono pure le parti offese.
I fatti documentati dalle immagini si sono svolti il 26 e il 28 dicembre 2019 e l’8 febbraio 2020.
Siamo a Lecce, in un fast food nei pressi di Porta Rudiae, di cui è titolare un ragazzo di 29 anni. È la sera di Santo Stefano 2019, quindi pieno clima natalizio, sono le 23,30.
All’improvviso, entrano tre persone ed è il parapiglia all’ingresso: chi armato di mazza di legno, chi brandisce una sedia. Una sequenza lunga diversi minuti, con la rissa che, continuerebbe anche all’esterno del locale. Una delle vittime riporta lesioni giudicate guaribili in cinque giorni: trauma cranico non commotivo, ferita lacero-contusa a una mano, trauma toracico chiuso. Il tutto condito da minacce: “Adesso ti faccio vedere io cosa fare con il tuo negozio, come va bene il tuo negozio, ti brucio il negozio.. ti faccio vedere io come funziona qui in Italia, se non fai come ti dico io. Ti ammazzo”. Altro video: 8 febbraio, siamo nella cucina del fast food, dove i cuochi sono intenti a impastare e infornare il pane per il kebab. Qui gli aggressori sono due: i dipendenti tentano di bloccarne uno all’ingresso del laboratorio, lui si scaglia contro uno di loro e cerca di immobilizzarlo.
Tra questi episodi, ce n’è un altro, ai danni di un negoziante connazionale, titolare di un supermercato. I due si sarebbero appostati all’esterno dell’attività, muniti di bastoni, minacciando l’uomo di bruciare il negozio e, al tentativo di quest’ultimo di placare gli animi, gli hanno sferrato un violentissimo schiaffo sul viso, tanto da causargli problemi all’orecchio.
Le cinque persone ritenute responsabili andranno, dunque, a processo per minacce gravi e lesioni personali aggravate.
Due delle vittime sono difese dall’avvocato Massimo Pagliaro. L’appuntamento in tribunale è per il 2 marzo 2023.