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A Brindisi divisioni anche in maggioranza sulle scelte in materia industriale

BRINDISI – Diventa sempre più complicato tentare di fare chiarezza su ciò che potrà accadere nei prossimi anni a Brindisi in materia di nuovi investimenti in campo industriale. Come è noto, la già avviata fase di decarbonizzazione ha determinato la necessità di assicurare alternative imprenditoriali ed occupazionali al territorio, tanto più a seguito della decisione di Terna di giudicare non indispensabile la realizzazione di una centrale a turbogas a Cerano, per sostituire almeno in parte la centrale Federico II che sarà dismessa entro il 2025.  Proprio sull’utilizzo del gas si consuma una profonda lacerazione nei rapporti tra forze politiche e sindacali. Brindisi Bene Comune, ad esempio, d’intesa con il sindaco Rossi, ritiene che non ci sia più spazio per l’utilizzo di combustibili fossili. La riconversione di Cerano a gas, proposta dalla stessa forza politica nel 2013, appare – come affermato dagli interessati – ormai superata dagli eventi.

E non unisce neanche la proposta di Edison di realizzare a Brindisi, sulle banchine di Costa Morena, un deposito costiero di gas. Al coro dei no, oltre a Brindisi Bene Comune ed alla Cgil, si unisce anche il PD, pur se non si hanno notizie di posizioni della Regione Puglia a sostegno delle battaglie di chi quell’impianto non lo vuole a Brindisi. Anzi, forse sta accadendo esattamente il contrario.

Sulla possibilità che Brindisi ospiti nel suo specchio di mare una nave rigassificatrice, invece, i “si” sono davvero tanti, fatta eccezione – ancora una volta – per Brindisi Bene Comune e per il primo cittadino, oltre che per i movimenti ambientalisti.

Si fa strada, invece, l’ipotesi di una candidatura di Brindisi per realizzare davanti al petrolchimico un grande parco eolico offshore, ma anche in questo probabilmente occorrerebbe una posizione più decisa. Esattamente ciò che stanno facendo altrove, dove i territori ufficializzano la propria candidatura per concretizzare nuove occasioni di sviluppo.

Insomma, un po’ di chiarezza – e forse anche un po’ di coraggio – non guasterebbero in situazioni economiche ed occupazionali complesse come quella di Brindisi.

Mimmo Consales

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