LEQUILE- Una Pasqua memorabile quella vissuta ieri sera a Lequile. Il santo protettore dopo due anni è ritornato a casa. Da Parabita, dalla sede dell’impresa di restauri Leopizzi 1750, accompagnati dalla scorta, la Deputazione, presieduta dall’infaticabile Fabio Lettere che ha donato la fascia tricolore indossata da sindaco in passato, e il comitato festa S. Vito Martire, guidato da Carmelo Lezzi, insieme al gruppo portatori statua hanno riportato, imballato su un furgone blindato, il simulacro ligneo seicentesco raffigurante il fanciullo martire ritornato all’antico splendore dopo due anni di certosino restauro. Il gruppo scultoreo, composto da singoli pezzi di incommensurabile valore è stato assemblato nella chiesa dell’Immacolata e poi traslato in processione nella chiesa matrice Maria Ss. Assunta, dove una folla commossa ne attendeva in trepidante attesa l’arrivo, salutato da un fragoroso applauso, per la solenne benedizione del parroco don Carlo Calvaruso.
Dopo il consolidamento statico dell’apparato scultoreo e il restauro fedele all’originale, il simulacro del santo ausiliatore è tornato a rifulgere come il sole con le sue guance rosse. Così i devoti lo contemplavano tra la luce fioca delle candele a cavallo tra il 1600 e il 1700. Sull’abito intarsiato è ricomparsa l’epigrafe in latino dimenticata: al solo dio onore e gloria che indica la via da seguire testimoniata anche dai santi Modesto e Crescenzia e dagli angeli che cingono la corona. Martedì di Pasquetta a Lequile si commemorano i 300 anni dell’arrivo delle reliquie di San Vito martire, il santo taumaturgo che protegge da tutti i mali.
