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Caro carburante, i pescatori tirano i remi in barca: “condanna alle porte”

GALLIPOLI – Dopo aver messo nero su bianco le difficoltà di un settore in affanno, con il pesce fresco che sui banconi inizia a scarseggiare, i pescatori di Gallipoli con al fianco Fai Cisl -nella persona del segretario generale Luigi Visconti- in mattinata hanno raggiunto il Comune.

In Commissione Pesca sono stati chiamati ad illustrare i nodi da sciogliere perché i remi tirati in barca nei giorni scorsi non si trasformino in uno stallo definitivo e irreversibile, a danno di decine e decine di famiglie, oltre che dei consumatori.

Il caro carburante è soltanto la punta dell’iceberg di una serie di brutture e ostacoli normativi che complicano la vita di chi grazie al mare riesce a portare il pane a casa.

Il costo triplicato del carburante è arrivato ad incidere per il 70% sul costo di gestione di ogni singola barca. A ciò si aggiunge il costo del personale imbarcato, dell’incassettamento del pesce e della manutenzione, nel rispetto degli standard di sicurezza necessari a bordo.

Le piccole barche, poi, sono quelle alle prese con una sofferenza maggiore.

Nonostante la norma attuale preveda l’acquisto da parte dei pescatori di benzina a costo calmierato, per i possessori di piccole imbarcazioni non vi è la possibilità reale di farlo, a causa della poca economicità, da parte dei produttori, di produrre benzina denaturata e per l’impossibilità oggettiva, da parte della rete di distribuzione dedicata, di avere un deposito da dedicare a tale propellente. Problematica complicata da affrontare, ma che intanto costringe i pescatori a rivolgersi agli impianti di distribuzione generici, e quindi ai costi di mercato ordinari, esosi, che erodono in maniera importante la sostenibilità economica dell’attività.

A tutto questo vanno poi aggiunti gli ostacoli legati alle normative europee, sempre più stringenti, con una costante riduzione delle giornate in cui è consentita l’attività in mare. C’è poi il nodo sfruttamento delle risorse ittiche, per il quale l’auspicio è che l’istituzione di un’oasi blu nel mare del Capo di Leuca si concretizzi il prima possibile, consentendo un ritorno in auge della piccola pesca artigianale, con tecniche sostenibili e rispettose dell’habitat marino.

Il caro carburante – hanno dunque rimarcato i rappresentanti di quattro cooperative di pesca audite in commissione – è soltanto la goccia che fa traboccare il vaso.

In tal senso il sindaco Minerva, anche in qualità di presidente della Provincia, ha rassicurato di essersi confrontato con l’assessore regionale al ramo Donato Pentassuglia. “Nell’ambito dello stanziamento governativo previsto per ovviare alla crisi da caro carburante, alla Puglia – ha detto – saranno destinati più di due milioni di euro”. Ecco perché bisogna organizzarsi sin da subito per inoltrare le richieste e captare fondi interamente destinati ad un settore che, viceversa, rischia a breve il tracollo.

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