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Eolico offshore: grandi costruzioni fronte mare e aree archeologiche sventrate

SALENTO- L’impianto eolico che Odra Energia vuole realizzare in mare, a poca distanza dalla costa tra Otranto e Leuca, avrà impatti anche a terra e non sono di poco conto, soprattutto nel comune di Santa Cesarea e in quelli a ridosso nell’entroterra.

Come abbiamo già anticipato, per stessa ammissione della multinazionale le opere “ricadono nella fascia di tutela paesaggistica della costa” e “all’interno di due aree di notevole interesse pubblico”, che presentano “ancora intatta” la loro “originaria bellezza e forma”.

Partiamo dal lato mare. Parte del cavidotto dovrà attraversare una zona speciale di conservazione e il Parco naturale regionale “Costa Otranto-S. Maria di Leuca e Bosco di Tricase”. La società intende risolvere la questione bypassando “in sotterraneo” la scogliera con la tecnica di approdo con HDD, cioè con la trivellazione orizzontale controllata. Non solo, in località La Fraula, a pochi metri da Porto Badisco e da strutture turistiche, è ipotizzata l’installazione della stazione elettrica lato mare, dove dovrebbe avvenire l’innalzamento del livello di tensione da 66 a 150 kV. È stata individuata una grande particella di 29 km2 a 300 metri dal mare e a 45 dalla provinciale 358. Per quanto sia già grande, “se richiesto, in fase successiva di avanzamento della progettazione potrà essere valutato l’utilizzo di ulteriori particelle attigue”, scrive nelle sue relazioni la società. Ma questo non è un luogo qualunque: una buona parte ricade in un habitat prioritario riconosciuto a livello europeo (Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea), che per 4,4 ettari sarà attraversato dal percorso dei cavi e dal cantiere per la trivellazione della scogliera e per 2,8 ettari sarà, invece, occupato dalla stazione elettrica. Che prevede la costruzione di un locale apparecchiature di servizio di due piani e l’installazione di trasformatori di tensione e corrente, per un’altezza non indifferente, come si evince dalle sezioni grafiche allegate al progetto e che si riportano di seguito.

C’è, poi, il percorso a terra: 40 km di cavidotto lungo 12 comuni, fino a Galatina. La linea interrata seguirà il percorso delle principali arterie stradali pubbliche (SP358, SP56, SP59, SS16, SP363, SP41, SP352 e viabilità urbana secondaria). Anche qui, l’interferenza maggiore, per 7,2 ettari, si ha con il Sito Natura 2000, protetto, a Santa Cesarea. Non solo: saranno attraversati “alcuni siti di interesse archeologico o aree di rispetto ad essi connessi e perlopiù legati alla presenza di dolmen e menhir”. In particolare, poco a nord/ovest di Porto Badisco, il cavidotto dovrà attraversare un’area con medio rischio archeologico; tra Uggiano La Chiesa e Minervino di Lecce, l’area di rispetto di Torre San Giovanni Malcantone; tra Minervino e Palmariggi, sventrerà proprio l’area nota come i “Massi della Vecchia” e la relativa zona di rispetto.

A Galatina, invece, è stata individuata una superficie di 25km2 in area agricola per la seconda stazione elettrica, dove si avrà l’innalzamento del livello di tensione da 150kV a 380kV tramite autostrasformatori, vicino a case sparse.

TIZIANA COLLUTO

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