LECCE – Il milione e mezzo di rifugiati che ha già abbandonato l’Ucraina per sfuggire all’attacco russo è il dato che, nelle scorse ore, ha impresso un’accelerata sul fronte organizzativo dell’accoglienza e della gestione degli arrivi. Anche il Salento vuol fare la sua parte, così come spontaneamente ha da subito iniziato a fare.
In mattinata solidarietà e sanità hanno ufficialmente intrecciato le maglie perché la rete degli aiuti sia capillare su tutti i fronti nell’intera provincia di Lecce.
In un protocollo d’intesa, sottoscritto in episocpio al Duomo, i ruoli sono stati definiti.
Caritas gestirà raccolta e distribuzione degli aiuti con il sostegno dei parroci di tutto il territorio. SanitaService metterà a disposizione, a tal fine, un fondo istituito appositamente. I dipendenti sono anche pronti pronti a fare volontariato per offrire il proprio supporto all’attività di raccolta fondi.
Determinante, sul fronte della gestione sanitaria della popolazione Ucraina accolta, sarà poi il ruolo di Asl: con la sua firma, il direttore generale Rodolfo Rollo ha sottoscritto la disponibilità a ricoverare nei presidi ospedalieri coloro che necessitano di cure.
Rollo, che pure il mattinata aveva raggiunto l’Eposcopio, in quello stesso momento ha dovuto prendere parte ad una videoconferenza della Protezione Civile nazionale, per delineare in modo chiaro e unitario le azioni da intraprendere ovunque.
Dacché l’emergenza sanitaria non è ancora alle spalle, bisognerà occuparsi anche di quella in relazione alle attività di accoglienza. E questo anche perché la copertura vaccinale contro il Covid-19 in Ucraina “si aggira intorno al 35% della popolazione, rappresentando una fra le più basse in Europa” ha riferito il Ministero della Salute.
Una prima ipotesi organizzativa già c’è. Si pensa a somministrare le dosi a domicilio, direttamente lì dove i rifugiati saranno ospitati.
