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Dopo il blitz antimafia, a Neviano si insediano i commissari prefettizi. La sindaca: “Atto dovuto”

NEVIANO- La Prefettura di Lecce invia la commissione di accesso a Neviano, per passare sotto la lente gli atti dell’amministrazione comunale e verificare eventuali condizionamenti del suo operato. La decisione arriva a due settimane esatte dal blitz antimafia che ha portato agli arresto domiciliari anche l’assessore alla Cultura, già sindaco, Antonio Megha, dimessosi in seguito alla misura cautelare. Megha, si ricorderà, è accusato di scambio elettorale politico-mafioso: avrebbe offerto 3mila euro al clan Coluccia di Noha per ottenere 50 voti, accuse respinte con forza durante l’interrogatorio di garanzia.
I commissari prefettizi si sono insediati in mattinata in municipio e hanno incontrato la sindaca Fiorella Mastria: “Dopo tutto quello che è accaduto con l’operazione e dopo le dichiarazioni e le critiche dell’opposizione – è il commento della prima cittadina – era prevedibile l’intervento della Prefettura, chiamata ad approfondire la nostra attività amministrativa. E’ un atto dovuto. Io sono molto serena, io e la mia amministrazione siamo sicuri di noi stessi, l’ho detto e lo ripeterò sempre. La Prefettura faccia il suo lavoro con la massima serenità e tranquillità, noi collaboriamo e non abbiamo problemi”.

La commissione è composta da Guendalina Federico, viceprefetto aggiunto; Vincenzo Calignano, funzionario della Prefettura; dal capitano Beatrice Casamassa, comandante della Compagnia dei carabinieri di Gallipoli. Il nucleo di supporto è composto da Marta De Bellis, primo dirigente della Questura di Lecce; Veronica Bevilacqua, vicequestore aggiunto; Francesco Saponaro, sottotenente della Guardia di Finanza. L’incarico dura tre mesi, rinnovabili per altri tre. Il lavoro della commissione d’accesso si concluderà con una relazione sulla base della quale la prefetta Maria Rosa Trio valuterà se proporre al Viminale la richiesta di scioglimento del Consiglio comunale oppure se, come accaduto altrove, è stato o sarà sufficiente che dall’amministrazione vengano espunte alcune cariche perché l’attuale Consiglio resti in piedi.
Nei documenti pubblici, dunque sul piano amministrativo, si cercheranno eventuali riscontri al contenuto di intercettazioni telefoniche inutilizzabili sul piano penale e che hanno interessato anche l‘ex sindaca Silvana Cafaro, madre dell’attuale prima cittadina, e l’ex vicesindaco Raffaele Birtele, entrambi comunque non indagati. La sentenza della Corte di Cassazione a sezioni unite ha fatto cadere, infatti, se non a determinate condizioni, la possibilità di impiegare intercettazioni in un procedimento diverso da quello principale. E, di conseguenza, nel caso di Neviano non ci sarà una nuova inchiesta basata su quelle conversazioni.

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