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Masseria Ghetta: approvato progetto. Terreni da espropriare a peso d’oro

SALENTO- Ager Puglia, l’Agenzia regionale per la gestione dei rifiuti, ha approvato il 15 febbraio scorso il progetto di fattibilità tecnica ed economica dell’impianto di compostaggio da costruire in località Masseria Ghetta, in territorio di Lecce, al confine con Surbo e Trepuzzi.

La società Owac Engineering Company srl di Palermo, a cui è stata assegnata con affidamento diretto la progettazione il 10 dicembre scorso, ha consegnato il progetto dopo un mese esatto, il 10 gennaio, perché venisse poi validato da Ager per essere candidato al bando del Ministero della Transizione ecologica, ai fini del finanziamento con fondi Pnrr. Tempi strettissimi, insomma. I termini, la cui scadenza era prevista entro il 14 febbraio, sono stati comunque prorogati di 30 giorni, perché, stando a quanto reso noto dallo stesso Ministero, si vuole favorire “una maggiore partecipazione delle aziende e delle Pubbliche amministrazioni del Sud” visto che la maggior parte delle 1.400 domande già inoltrate per impianti per il trattamento e il riciclo dei rifiuti (per un ammontare di 1.600 milioni di euro sui 2.100 disponibili, di cui 1.500 per Comuni e imprese pubbliche e 600 per le imprese private) “è stata presentata da aziende del Centro-Nord” e “sono ancora poche le richieste di finanziamenti dal Mezzogiorno, dove invece le strutture per il trattamento e il riciclo dei rifiuti sono particolarmente carenti”.

Entro 90 giorni dal nuovo termine di scadenza, sarà pubblicata la graduatoria relativa ai progetti ammissibili a finanziamento. Quello di Masseria Ghetta, contestatissimo dalle amministrazioni di Trepuzzi e Surbo, verrà caricato in uno stato di progettazione ancora molto iniziale, appunto lo studio di fattibilità, e comunque dovrà essere poi sottoposto a valutazione di impatto ambientale.

Non è dato visionare ancora il progetto per il trattamento di 40mila tonnellate complessive di frazione organica e sfalci di potatura, ma dalla determina sappiamo che è ovviamente corredato da relazioni tecniche, layout, studio di impatto ambientale, piano particellare delle aree di esproprio, cronoprogramma, piano economico. Quest’ultimo ammonta a quasi 46,5 milioni di euro, di cui 35milioni come importo totale dei lavori.

Spiccano i 673.903 euro calcolati per “acquisizione aree o immobili, servitù e occupazioni”. E qualcosa sembra non tornare, almeno su questo: la particella interessata, come da documenti ufficiali, è la n.115 del foglio 71, proprio accanto alla cava su cui era stata proposta la discarica Parachianca, progetto naufragato. Abbiamo provveduto a fare una visura catastale e sappiamo che quella particella è di proprietà di un 41enne di Surbo, è qualificata come seminativo di quarta classe ed è estesa 7 ettari e 11 are. Significa che il prezzo di esproprio di quelle aree si aggira intorno ai 96mila euro ad ettaro. È molto o è poco? Per avere un’idea, abbiamo confrontato le tabelle relative ai valori agricoli medi della provincia di Lecce, acquisiti dalle delibere delle Commissioni Esproprio Provinciali: la più recente disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate è relativa al 2015 e prevede per i seminativi un valore medio per ettaro pari a 6.800 euro. Certo, nel frattempo potrebbe essere aumentato quel valore, ma anche contando ulteriori somme per eventuali servitù da riscattare, ferma restando la vicinanza alla strada provinciale 236, quei 673mila euro sembrano comunque molto lontani dal valore reale dei terreni.

 

Tiziana Colluto

 

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