Ambiente

Fauna selvatica, raddoppiati i recuperi ma risorse al lumicino

CALIMERA- Il cormorano, curato per tre settimane dopo essere stato soccorso mentre vagava disorientato sulla statale, domenica 13 febbraio, alle 16, sarĂ  liberato sulla spiaggia di Sant’Andrea, davanti agli occhi dei bambini. Il falco pellegrino, invece, è arrivato da Ruffano il 24 gennaio scorso: in corpo quattro piombini da caccia. Il suo recupero è faticoso ma il veterinario è ottimista. Simona Potenza li cura ad uno ad uno con grande professionalitĂ  e dedizione in quella che è l’infermeria del Centro di recupero della fauna selvatica di Calimera. “Lui è il 32esimo riccio che arriva qui durante questa stagione invernale – spiega – mentre prima non ne arrivavano piĂą di 4-5 nella stagione. Le temperature si sono elevate e loro non riescono piĂą ad andare in letargo, ma la sera lo sbalzo termico è netto e dunque vanno in difficoltà”.

I numeri restituiscono la dimensione di ciò che sta accadendo: fino a due anni fa in media qui venivano ricoverati 850 uccelli e mammiferi. Nel 2020, complice anche il fatto che le persone hanno iniziare a frequentare di piĂą le aree rurali, sono saliti a 1.333; nel 2021 a 1.627. Se da un lato ciò significa che c’è maggiore sensibilitĂ  tra i cittadini, dall’altro lato ciò si traduce in maggiore difficoltĂ  a far fronte all’impegno da parte del Centro: risorse e personale sono rimasti gli stessi, con un budget annuo di appena 50mila euro bisogna far tutto.

Il Centro di recupero faunistico è all’interno del Museo di Storia Naturale, sulla strada per Borgagne, un luogo unico nel Salento, circondato da boschi pubblici, aperto ufficialmente dal 2003 ma in attivitĂ  giĂ  dal 1996. Si regge sul lavoro e sul volontariato di una quindicina di collaboratori e va avanti con appena un quarto delle risorse di cui avrebbe bisogno. “Abbiamo bisogno di risorse finanziarie per garantire stabilitĂ  agli operatori che qui lavorano e che fanno giĂ  oltre il dovuto. E’ apprezzabile la maggiore sensibilitĂ  dei cittadini e anche delle istituzioni, ma vorrei fare un appello a queste ultime, perchĂ© diano concretezza alle parole“, dice il direttore del Museo, Antonio Durante.

Qui sono anche presenti il centro di recupero delle tartarughe marine e uno spazio museale incredibilmente ricco, tra reperti, riproduzioni e animali viventi, come esemplari di rettili da varie parti del mondo. Un gioiello che ognuno può sostenere come può: le scuole, ad esempio, potrebbero programmare delle visite didattiche. “E’ un altro modo per sostenerci – aggiunge Marco Tommasi, responsabile della didattica – e d’altronde i ragazzi sono sempre stati i nostri migliori alleati. Se ne vanno da qui sporchi di sapere e curiositĂ “. Tutelare la natura significa anche dare sostegno a questo Museo e ai suoi centri di recupero degli animali con atti concreti, istituzionali, sociali e personali.

https://www.youtube.com/watch?v=HhDAr4oTwYI

Articoli correlati

Discarica perenne in pieno centro a Castromediano, i residenti: “Sindaco, ora basta”

Redazione

C’è una multinazionale tedesca dietro sei progetti di mega fotovoltaico a Brindisi

Redazione

Traghetto in fiamme, allarme ambientale. Cingolani: “Scafo integro, no sversamento in mare”

Redazione

Alla ricerca dell’ulivo anti-Xylella: campo sperimentale da 200 varietĂ 

Redazione

Xylella, il commissario Ue tornerĂ  in Puglia: “situazione in peggioramento”

Redazione

Sos ricci: giĂ  24 ricoveri al Centro faunistico di Calimera

Redazione