BRINDISI – Il progetto per la realizzazione di un deposito costiero di GNL nel porto di Brindisi rischia di provocare l’ennesimo corto circuito istituzionale. Nei giorni scorsi, infatti, il Ministero per la Transizione Ecologica ha dato il via libera alla proposta di Edison, aprendo un varco rispetto al fronte negazionista composto dal Comune capoluogo, dalla Provincia e – per quello di sua competenza – dal Consiglio superiore dei lavori pubblici.
Non a caso, si registrano le prime reazioni, a cominciare da quella del sindaco Rossi, il quale sostiene che la decisione del Ministero è inaccettabile nel metodo e nel merito. Fa riferimento, in particolare, ad una mortificazione della volontà degli enti locali che si traduce nell’imposizione di una scelta.
Rossi, inoltre, sostiene che il deposito costiero pregiudicherebbe la funzionalità del porto e ne precluderebbe lo sviluppo di attività fondamentali, a partire dal traffico merci. Il tutto, peraltro, con ricadute occupazionali insignificanti. Il sindaco, invece, parla dei ritorni positivi che si determinerebbero con lo sviluppo di energie rinnovabili e, in particolare, con impianti eolici off shore. Il che provocherebbe ricadute occupazionali di ben altre dimensioni, soprattutto nel comparto metalmeccanico che oggi è in grande sofferenza.
Rossi, infine, sostiene che la pensa allo stesso modo il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, tanto che la Regione affiancherà il Comune nel ricorso al Tar e negherà l’intesa Stato-Regione.
Di ben altro avviso il consigliere regionale Fabiano Amati, il quale parla di un investimento perfettamente compatibile con l’ambiente e che va in direzione opposta rispetto all’utilizzo di carbone e petrolio. E poi definisce Rossi come il sindaco del “no a tutto” che favorisce, sia pure inconsapevolmente, insediamenti inquinanti.
Mimmo Consales
