SALENTO – Ce n’è di strada da fare per migliorare la qualità dell’aria facendo calare i livelli di smog, anche nei tre capoluoghi salentini. La situazione non è critica come nelle realtà del centro-nord, ma la fotografia che restituisce il rapporto Mal’Aria di Legambiente è quella di città ancora lontane dai valori massimi stabiliti dall’Organizzazione mondiale della Sanità relativi alle concentrazioni del particolato, il Pm10 e Pm2,5, cioè le particelle che disperse nell’aria respiriamo e si annidano nei polmoni, causando spesso il cancro, oltre che del Biossido di Azoto (Oms raccomanda una media annuale di 15 microgrammi per metro cubo (μg/mc) per il PM10, una media di 5 μg/mc per il PM2.5 e 10 μg/mc per l’NO2).
Nel Salento, stando ai dati Arpa rielaborati dall’associazione, la situazione peggiore pare quella di Lecce e Taranto, dove si respira quasi la stessa aria. Almeno in termini di particolato, i livelli sono identici: concentrazione media di PM10 pari a 21 μg/mc, mentre quella di PM2.5 si attesta su 11 μg/mc. Significa che per raggiungere i livelli indicati dall’Oms la riduzione dovrebbe essere, rispettivamente, del 27% e del 56%. A Taranto, poi, è stato rilevato anche il biossido di azoto, assente negli altri due capoluoghi, in concentrazioni pari a 25 μg/mc , cioè il 60% in più di quanto raccomandato dall’Organizzazione mondiale della Sanità.
A Brindisi le centraline hanno rilevato in media una concentrazione leggermente più bassa di PM10, pari a 19 μg/mc, e 12 μg/mc di PM2.5.
“Il dato pugliese – hanno commentato da Legambiente – ci dimostra come le città maggiormente penalizzate sono quelle in cui la mobilità e le aree industriali sono i fattori che incidono negativamente sulla qualità atmosferica e sanitaria. Per questi motivi, da qui ai prossimi anni, per accelerare la transizione ecologica sarà centrale adottare misure che puntino davvero ad una nuova visione di città e centro urbano”.
https://youtu.be/EYI1htOJAxE