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Brindisi – E’ crisi nera per il comparto aeronautico brindisino, tra fallimenti ed esuberi

BRINDISI – Per anni il comparto aeronautico brindisino è stato un punto di riferimento del settore per l’intero Mezzogiorno. Alle grandi realtà come Avio e Leonardo, infatti, si sono aggiunte numerose aziende dell’indotto che sono riuscite ad affermarsi a livello internazionale grazie alla qualità delle produzioni ed alla professionalità delle maestranze.

Il tutto, fino a quando – per scelte politiche – si è inteso delocalizzare buona parte delle attività di Leonardo a Grottaglie, con il conseguente trasferimento di competenze e aziende impegnate nell’indotto. Un impoverimento del territorio brindisino che è stato possibile grazie all’incapacità della classe politica dell’epoca di difenderlo da scelte in gran parte incomprensibili, oltre che difficilmente giustificabili dal punto di vista economico.

Il già fragile equilibrio di ciò che resta, poi, è stato messo in discussione dalla crisi internazionale del comparto aeronautico, determinata dal blocco dei voli durante l’emergenza sanitaria da covid. Oggi, infatti, è in discussione finanche il futuro dello stabilimento Leonardo di Brindisi. Il tutto, mentre la Procura della Repubblica ha disposto il sequestro di componenti delle fusoliere dei Boeing 787 costruiti negli stabilimenti brindisini di Processi Speciali e di Manufactuing Process Specification in quanto prodotti con titanio e alluminio non conformi agli standard di qualità richiesti. Adesso i responsabili dovranno rispondere anche di attentato alle sicurezza dei trasporti aerei. E’ inutile dire che per i lavoratori di queste due aziende non c’è un futuro occupazionale e la stessa sorte spetta agli 88 lavoratori della DCM – gruppo Dema – che ormai non sperano più in un reintegro. Del resto, tra proposte di contratti di solidarietà e cassa integrazione, tremano anche i lavoratori delle altre aziende dello stesso gruppo. Una crisi strutturale, quella del comparto aeronautico, affrontata senza la dovuta determinazione da enti locali e rappresentanze politiche. Il tutto, nonostante Brindisi non possa davvero permettersi di perdere altri posti di lavoro oltre quelli derivanti dai processi di decarbonizzazione.

Mimmo Consales

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