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Il Comune di Lecce rischia il dissesto: la Corte dei Conti non approva il piano di riequilibrio

LECCE – La Corte dei Conti non approva il Piano di riequilibrio finanziario adottato nel 2019 e ora il Comune di Lecce rischia il dissesto. Per i giudici, la manovra pluriennale di risanamento presentata tre anni fa, che incassò il parere favorevole della Commissione per la Finanza Locale del Ministero degli Interni, “non risulta proporzionata alle problematiche finanziarie esistenti ed idonea al risanamento finanziario dell’Ente”.

“A nulla è valso -è il commento del sindaco Carlo Salvemini- per i magistrati contabili aver provveduto al riconoscimento di debiti fuori bilancio per sentenze precedenti il 2017 per oltre 15 milioni di euro, grazie anche a transazioni che hanno assicurato risparmi milionari al Comune; garantire il regolare pagamento dei debiti commerciali con riduzione dei tempi di attesa per fornitori di beni e servizi; aver migliorato la cassa dell’Ente con la restituzione dell’anticipazione di tesoreria e riduzione degli interessi passivi.

Nonostante il Comune sia chiamato ogni anno – in sede di impostazione del bilancio di previsione – ad accantonare per rientri da disavanzi e fondi crediti dubbia esigibilità circa 25 milioni di euro, sottraendoli al finanziamento della spesa per servizi. Nonostante la crisi economica e sociale più grave del dopoguerra che ha colpito pesantemente tutti i Comuni. Nonostante la difficoltà di garantire il funzionamento della macchina amministrativa con oltre 350 dipendenti in meno di quelli previsti per i Comuni delle nostre dimensioni.

Nelle prossime ore approfondiremo ulteriormente le 107 pagine del provvedimento e valuteremo come impostare il ricorso alle Sezioni Riunite della Corte dei Conti entro i 30 giorni previsti.

Il mio pensiero va ai dipendenti Comunali che nonostante tutte le difficoltà lavorano ogni giorno per dare servizi alla città e progetti per il futuro. Al personale dell’ambito territoriale di Lecce che vive la preoccupazione della stabilizzazione. Ai dipendenti della LUPIAE che si misurano con i sacrifici loro imposti da un concordato preventivo in continuità. Ai miei concittadini che per la situazione di fragilità economica finanziaria del Comune già da due anni subiscono gli effetti del risanamento per effetto dell’applicazione al massimo della pressione fiscale.

E anche al modo con il quale per tanti anni le casse del Comune sono state trattate. Producendo una mole di criticità che abbiamo assunto l’impegno di rimuovere con adeguati strumenti, nell’interesse della città e delle generazioni future. Come detto, ricorreremo – come è diritto dell’Ente – alle Sezioni Riunite. Confidando in un esito diverso”.

Il commento del consigliere d’opposizione Andrea Guido

“Salvemini ha praticamente “imposto” il predissesto, ha preso impegni con la Corte dei Conti e non è stato in grado di mantenerli. Abbiamo sempre pensato che non fosse adeguato, adesso ne abbiamo la totale conferma”. Così il consigliere d’opposizione Andrea Guido. “Ciò che è ancora più grave -dice- è che continua a dare la colpa alla precedente Amministrazione, parlando di criticità ereditate, nonostante la deliberazione della Corte dei Conti abbia rilevato a chiare lettere i disavanzi e le problematicità in riferimento agli esercizi del 2018, del 2019 e del 2020. In questi 3 anni il governo di Salvemini ha generato un disavanzo di gestione di ben 17 milioni di euro. È solo questa la vera causa. Sappiamo bene quali conseguenze arriveranno per la città, le dimissioni del sindaco Salvemini, a questo punto, sarebbero un grande gesto di onestà nei confronti di tutti i leccesi”.

 

 

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