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Grande mobilitazione: fronte compatto contro l’eolico in mare

PORTO MIGGIANO- Siamo solo all’inizio e questa non sarà un’altra Tap“. È stato ripetuto in maniera vigorosa questa mattina, al sit in contro l‘impianto eolico da cento pale alte quasi 300 metri da collocare tra i 9 e i 24 km dalla costa, nel mare tra Otranto e Castro. Organizzata dal Mrs, la manifestazione ha visto a Porto Miggiano la massiccia partecipazione di amministratori e semplici cittadini.

Abbiamo il dovere morale, civile, istituzionale di difendere questo tratto di mare. Arriveremo fino a Bruxelles. Sono certo che uniti sapremo difendere il territorio”, ha detto Pasquale Bleve, sindaco di Santa Cesarea. “Guardate la collinetta di Castro : è alta 100 metri. Le pale saranno quasi il triplo e la società ha già detto che non potrà spostarle più al largo”, ha aggiunto il primo cittadino Luigi Fersini. Pierpaolo Cariddi, sindaco di Otranto, ha annunciato che mercoledì mattina riceverà la multinazionale, che ha chiesto un incontro: “Lo farò per ribadire il nostro fermo no. Siamo una comunità che ha già dato con responsabilità, ospitando un elettrodotto già realizzato e il gasdotto Poseidon, che potrebbe realizzarsi anche domani. Nessuno ci venga a dire che siamo per il no a tutto”.

La posizione è ben chiara: la bellezza di quel tratto di costa non è trattabile, non tutto può essere sacrificato, neppure sull’altare delle energie rinnovabili, a cui si è sì favorevoli purché non si trasformino nel cavallo di Troia per sfregiare il paesaggio e produrre profitto per le multinazionali a danno del territorio.

Ci sono molte analogie con la vicenda Tap – ha detto il consigliere regionale Paolo Pagliaro, presidente del Mrs -. Qui c’è un territorio che sta reagendo. La nostra regione dà già all’Italia il 25% di energia prodotta da rinnovabili. Non è questione di Nimby. È che noi abbiamo già dato. Abbiamo, però, un livello regionale in cui le posizioni di altri consiglieri e del governo Emiliano non sono ancora chiare. Mentre molti difensori d’ufficio delle multinazionali hanno iniziato a portare avanti le loro ragioni. La Regione nicchia, è assente, distratta. Ma a fronte delle mozioni che ho presentato, ogni consigliere dovrà votare e dire da che parte sta. Poi, c’è il livello parlamentare: dove sono i nostri undici deputati e senatori? Quelli del M5s sono favorevoli. E poi c’è il governo, che vuole realizzare gli impianti offshore e questo in particolare. E, allora, se non ci pensiamo noi alla nostra terra non ci penserà nessuno”.

Una battaglia corale e trasversale, senza distinzioni politiche: già conta l‘adesione di 74 amministrazioni comunali, della Provincia di Lecce, del Parco Otranto-Leuca, di molte associazioni e cittadini. Alla manifestazione indetta dal Mrs erano presenti non solo gli amministratori dei Comuni interessati ma anche di quelli rivieraschi vicini, come Andrano e Diso, e meno vicini, come Vernole, dove un altro impianto eolico è previsto nel mare di fronte alla riserva delle Cesine. Numerosi, poi, i Comuni dell’entroterra che ci hanno tenuto ad esserci, non solo per portare la loro solidarietà ma per far capire che il fronte è ampio e compatto. Presente anche il presidente della Provincia Stefano Minerva, che ha annunciato di aver declinato l’invito ad un incontro avanzato dalla società. Per il segretario provinciale del PD, Ippazio Morciano, “questo parco eolico non è compatibile per l’impatto paesaggistico che ha”. Netto anche l’ex consigliere regionale Sergio Blasi: “Ma perché per fare una cosa buona, l’energia pulita, si deve farla in maniera sbagliata, venendo qui a colonizzarci e darci una scudisciata nei denti. Non ci sarà un’altra Tap. Queste pale fatele davanti alle Cinque terre, a Capri. O pensate che qui ci sia gente con l’anello al naso? Chi non fa queste battaglie forse non ne ha la forza o non è nelle condizioni di poter guardare negli occhi i propri figli”.

L’avvocato Pietro Quinto ha già dato la sua disponibilità a schierare gratuitamente il suo studio a supporto della battaglia legale delle amministrazioni. Al momento, un solo documento non è stato depositato dalle due società Falck Renewables e BlueFloat Energy. Ma oltre agli approfondimenti tecnici, c’è da dar voce a un territorio che si è già schierato e che vuole farsi sentire.

 

t.c.

 

 

 

 

 

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