BRINDISI – Le forti emissioni odorigene denunciate negli ultimi giorni dai cittadini di Brindisi hanno costretto sindaco e dirigenti dell’Arpa a chiarire in conferenza stampa che nella zona industriale non sono state riscontrate anomalie. La colpa, pertanto, sarebbe degli incendi di sterpaglie e materiale plastico causati dagli agricoltori. Da qui l’invito a segnalare questi roghi per consentire all’Arpa ed alle forze dell’ordine di intervenire.
In realtà appare assai strano che gli incendi delle campagne provochino un’aria irrespirabile solo nel capoluogo. Possibile che gli agricoltori della città di Brindisi siano gli unici a provocare fuoco e fiamme? Come mai in nessun comune della provincia sono state fatte segnalazioni dello stesso tipo?
Del resto, non è la prima volta che ci si trova di fronte a tali situazioni. Anni fa l’inquinamento riscontrato a Torchiarolo, un comune situato a poca distanza dalla centrale di Cerano, fu imputato non a impianti industriali, ma al fumo emesso dai caminetti delle abitazioni. Anche in quel caso venne da chiedersi se la legna arsa a Torchiarolo era diversa da quella bruciata altrove.
Detto questo, rimane il problema gravissimo di un sistema di monitoraggio della zona industriale di Brindisi e del centro abitato assolutamente insufficiente. Si è spesso parlato di un potenziamento di uomini e mezzi dell’Arpa, ma la Regione non ha mai concretizzato sino in fondo gli impegni assunti. E, cosa ancor più grave, nelle attuali condizioni l’Arpa, come candidamente dichiarato in conferenza stampa dai responsabili locali, non ha tra i suoi compiti il controllo del territorio. Come dire, insomma, che i tecnici Arpa non possono girare in lungo e in largo il territorio alla ricerca di cause inquinanti.
Ed allora, a chi spetta questo compito a tutela della salute dei cittadini? Alle forze dell’ordine che sono sprovviste di mezzi adeguati e di competenze specifiche? Ai vigili del fuoco che sono nelle stesse condizioni? O alla polizia locale che durante le ore notturne riesce ad assicurare solo un piantone in caserma?
Insomma, è bastata una terribile puzza per porre in risalto, ancora una volta, un problema gravissimo da cui dipende la qualità della vita di ciascuno di noi.
Mimmo Consales