AmbienteAttualità

Agrovoltaico nel cuore dell’Arneo, è coro di no

NARDO’- Si moltiplicano i no. Dopo i nostri servizi inchiesta sul progetto di impianto agrovoltaico nel cuore dell’Arneo – 67 megawatt da sviluppare con l’installazione di 117mila pannelli alti 4,5 metri – la contrarietà al progetto della società INE Nardò srl si fa diffusa e corale.

Un’interrogazione urgente diretta agli assessori regionali all’ambiente e alla cultura, Maraschio e Bray, è stata presentata dal consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo La Puglia Domani e Presidente Mrs, per sapere quali azioni intendano intraprendere per fermare il progetto, che tra l’altro sorge in un’area definita “a rischio archeologico medio-alto”. “Una follia progettarlo lì”, ha detto Pagliaro, cioè su 92 ettari di Masseria Maremonti, alle porte dell’abitato di Boncore. Come emerge dalla stessa relazione tecnica allegata agli atti della società, a firma dell’archeologa Paola Guacci, a meno di 200 metri dall’area interessata dal progetto sono state già rilevate presenze archeologiche. “Chiedo che sia data priorità all’interesse collettivo rispetto a quello privato – ha rimarcato Pagliaro -. Preservare un tesoro sotterraneo è un impegno che la Regione non può evitare di assumersi, per quanto il via libera all’impianto spetti alla Provincia”. Si tratta, a suo dire, di “un impianto assolutamente incompatibile con l’interesse archeologico dell’area”.

La Regione Puglia ha concesso al momento un parere negativo attraverso la sezione Tutela e Valorizzazione del Paesaggio, ritenendo che l’impianto si configuri come un elemento estraneo e incongruo rispetto al paesaggio e comporti un’artificializzazione del contesto. Sulla stessa lunghezza d’onda il Comune di Nardò, che, come fanno sapere dall’assessorato all’Ambiente, pur rientrando tra i soggetti coinvolti nella procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), “non eserciterà in questo caso la delega della Regione Puglia ad esprimere un parere avendo la Regione stessa formalizzato il proprio” e condividendone i contenuti. Tra le altre cose, il progetto rientra nel cosiddetto “cono visuale” di Portoselvaggio, che non ammette impianti così grandi.

Il territorio, però, si mobilita: “Prendendo spunto dal servizio di Telerama – dice il presidente del Gal Terra d’Arneo, Cosimo Duranteho invitato per venerdì prossimo i 12 sindaci dell’area per discutere il progetto di Masseria Maremonti, che ci ha allarmato al pari dei progetti di eolico selvaggio per i quali abbiamo proposto autonome osservazioni. Ai sindaci chiederemo di mettere in atto ogni azione con documenti d’intesa adottando una linea comune condivisa. Siamo fortemente preoccupati dell’impatto che potrà avere tale impianto in una zona molto interessante”.

A prendere posizione anche il sindaco di Leverano Marcello Rolli, con una lettera dal titolo “SENZA FUTURO- La terra d’Arneo e il suo sviluppo insostenibile”: a suo avviso è ora “il momento di muoversi, di agire per governare questi fenomeni”. Il progetto e la questione agrovoltaico saranno al centro anche di una delle prossime sedute della Consulta ambiente della Provincia di Lecce, come annuncia il consigliere delegato al ramo, Fabio Tarantino, sindaco di Martano: “Se serve alle aziende agricole, che già conducono i terreni, al fine di integrare la produzione, è un conto. Ma l’agrovoltaico non può essere un investimento fatto da aziende energetiche a scapito dell’agricoltura. Non c’è nulla di diverso, a quel punto, rispetto al fotovoltaico selvaggio, di cui si edulcora solo il nome”.

“Ritengo- dice-  il vicepresidente del Consiglio regionale Cristian Casili che l’agrovoltaico rappresenti un’opportunità importante per coniugare le esigenze della produzione agricola con quelle della produzione di energia da fonti rinnovabili, ma serve una regolamentazione precisa di questo modello di produzione energetica e bisogna sempre mettere al primo posto la tutela dei territori. Un insediamento come quello proposto, che si estenderebbe su 92 ettari di terreno, trasformerebbe industrialmente la zona. Parliamo di un progetto fortemente speculativo, sbilanciato verso la produzione di energia. Per questo sono fortemente contrario a questo progetto che fu presentato e bocciato già anni fa e di cui oggi purtroppo si torna a parlare”.

Certo è che dal punto di vista delle competenze si sta vivendo un limbo, in seguito alla sentenza del Consiglio di Stato che rimette l’iter di valutazione nelle mani della Regione, sottraendolo alle Province. Il prossimo 6 ottobre, in una nuova conferenza tra gli enti interessati si discuterà di una possibile legge ponte per la restituzione al livello provinciale anche delle fasi di merito. Nel caos normativo, si rischia che gli interessi di pochi possano avere più chance.

 

 

Tiziana Colluto

 

 

Articoli correlati

Intimidazione giudice Mariano: solidarietà bipartisan

Redazione

Giornata dell’Unità d’Italia e delle Forze armate tra memoria e speranza di pace

Redazione

Nuova viabilità e spazi verdi a Materdomini

Andrea Contaldi

Mostra documentaria in memoria dei caduti brindisini

Andrea Contaldi

Cerimonia per l’Unità Nazionale e le Forze Armate

Andrea Contaldi

A Galatina crescono i nuovi top gun dell’aeronautica militare italiana

Antonio Greco