MATINO- 10 anni sono trascorsi dalla scomparsa di Ivan Regoli: le sue tracce si sono perse il 12 settembre del 2011. Di buon mattino aveva salutato la sua famiglia ed era uscito da casa, tranquillo e sereno. Poi il silenzio.
Antonella Rizzo, la sua mamma, cominciò da quel giorno una ricerca incessante e solitaria, incalzando gli investigatori, battendo campagne e pozzi. Sentiva che a suo figlio neanche 30enne, padre di un bambino piccolo, qualcosa di brutto era successo.
Un presentimento che purtoppo si è avverato. Due anni dopo, il primo agosto del 2014, i resti di Ivan furono trovati per un puro caso in un pozzo nelle campagne di Matino, in contrada Anastasia, e le poche speranze della mamma di rivederlo cessarono per sempre.
Per quell’omicidio sta scontando 15 anni di carcere il cugino di Ivan, Cosimo Mele di Matino, reo confesso. La condanna è stata confermata anche in Appello. Una sentenza che la donna non ha mai accettato e che continua a ritenere ingiusta. Il giudice ha ritenuto di escludere le aggravanti dei motivi futili e abbietti nel delitto ed ha concesso le attenuanti generiche all’imputato. Mele ha sempre dichiarato di aver colpito Ivan con un attrezzo, ma di non avere l’intenzione di uccidere.
Le cose, secondo Antonella, sono andate in maniera diversa. “Mio figlio- dice- è stato ucciso per nulla. Lo hanno fatto passare come il cattivo”.
Il dolore è ancora forte e le lacrime non si sono asciugate. E poi c’è la questione del risarcimento. “Abbiamo predisposto e ottenuto che fosse lo Stato a risarcire la famiglia della vittima” dice il legale Francesca Conte. Ma Antonella Rizzo sostiene di aver ottenuto, in tutti questi anni, solo 900 euro.
Come in ogni ricorrenza che riguarda suo figlio, Antonella affigge delle gigantografie in paese e fa celebrare la messa in suo ricordo. Ma si sente sola e abbiandonata, e ritiene che Ivan non abbia avuto giustizia.
