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Lecce: parte il toto-allenatore, tante ipotesi, una è salentina

LECCE – Dopo la conferenza stampa fiume, volutamente senza domande, forse per non dover rispondere sulle strategie future che sono ancora premature, l’unione sportiva Lecce si trincera nel silenzio. Eugenio Corini, esonerato, ha pagato l’involuzione dell’ultimo periodo e il fatto che in due gare col Venezia, nei playoff, con l’evidente vantaggio dovuto al miglior piazzamento in campionato, non sia riuscito a guidare la squadra nemmeno ad una vittoria. Nel calcio ci sta, è sempre l’allenatore a pagare coprendo così ogni tipo di limite ulteriore che poi dovrà essere cancellato in fase di nuova programmazione. Perché è ovvio che c’è tanto da lavorare partendo da un concetto di umiltà che non guasta mai: quando si perde si perde tutti insieme.

C’è tutto il tempo per programmare la nuova stagione e difficilmente saranno prese delle decisioni affrettate figlie della clessidra del tempo che gira velocemente. Adesso per la società, per la direzione tecnica è tempo di riflessione, bisogna valutare attentamente dei profili, degli allenatori, che rientrano non solo tatticamente ma anche economicamente nel novero dei papabili.

Dopo gli ultimi anni orribili per la fase difensiva che ha visto il Lecce subire 85 gol in A e 47 in B è arrivato il momento di pensare ad un impianto di gioco più prudente che parta da una difesa a 3? Oppure pensare al 4-3-3 a cui si era pensato all’inizio di questa stagione? Sarà addio al trequartista per un modulo meno sbarazzino e più concreto? Questi alcuni degli interrogativi che sicuramente non potranno essere ignorati. Avere l’attaccante più prolifico del campionato e il miglior attacco non sono garanzie di successo, perché con i gol si riempiono gli stadi ma con le difese si vincono i campionati.

Nessun allenatore al momento pare che sia stato contattato, per adesso è solo un valzer di ipotesi, in attesa che la società di Via Col. Costadura sciolga gli indugi ma c’è bisogno di tempo.

Se si dovesse pensare ad un 3-5-2 ed ecco allora che potrebbe saltare fuori l’affascinate ipotesi di Antonio Calabro, classe ‘76, salentino doc, o magari, chissà, si potrebbe ricomporre la coppia, che in C a Francavilla stupì, e cioè Antonio Calabro – Stefano Trinchera che andrebbe a ricoprire il ruolo di direttore sportivo con Pantaleo Corvino a dirigere l’orchestra totale. Pensieri e supposizioni. La sensazione è che Stefano Trinchera prima o poi possa ritornare a Lecce.

Nel mare magnum delle ipotesi, dopo aver valutato l’impianto di gioco si possono fare tanti nomi, da Marco Baroni che è in pole position e sembra essere il più accreditato (molto certamente si chiuderà con lui), perché ha sbalordito nella seconda parte del campionato di B con la Reggina a Giovanni Stroppa, così come si potrebbe pensare a Roberto Donadoni oppure a Filippo Inzaghi, e sul web è saltato fuori il nome di Paolo Di Canio. C’è chi, tra i tifosi, ipotizza un ritorno di Fabio Liverani ma è da escludere anche per il modo in cui arrivò la separazione.

La verità è che per ora non esiste nessuna trattativa, e se esiste non è trapelato nulla di ufficiale, ma ci sono solo tanti pensieri e nodi da sciogliere; per individuare il nuovo allenatore c’è tempo, c’è bisogno di qualche giorno di silenzio e di riflessione per ripartire poi con un nuovo progetto con l’imperativo di dover tenere i conti in ordine. Poi partirà la fase due: quella dei calciatori dai quali ripartire.

La coppia Trinchera-Calabro, due salentini in una società di salentini con il direttore dell’area tecnica salentino, potrebbe essere l’ideale per mollare gli ormeggi verso un progetto più sereno e pacato che guardi alla crescita graduale delle risorse giovani già in casa.

M.Cassone

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