Attualità

Infermieri da eroi a bastonati, l’iscrizione all’Ordine costa il 50% in più

LECCE- Gli stipendi non sono aumentati malgrado i rischi e l’abnegazione per il Covid ma gli infermieri, per l’iscrizione annuale all’ordine, costretti a pagare il 50% in più.

Terminato l’idillio che li disegnava, un anno fa, come eroi nazionali, E CHE LI VEDE ORA candidati al Premio Nobel per la Pace 2021, gli infermieri italiani, e quindi anche salentini, oltre ai danni subiscono la beffa…
Per esercitare la propria attività, così come per ogni ordine professionale, sono costretti a pagare una tassa annuale ma quest’anno, come se fosse un ironico riconoscimento, questa tassa si è incrementata del 50 %. Per molti, quello da infermiere è l’unico reddito ma, mentre lo stipendio non muta, così come per ogni italiano non c’è un abbattimento delle utenze da pagare, dei debiti contratti in fasi così particolari e i costi per mantenere la propria famiglia non sono addolciti, la tassa per l’iscrizione all’ordine per l’anno 2021 lievita, come già detto, di ben il 50% rispetto alla quota versata per il 2020.  Come dire, sostengono gli infermieri: “terminato l’incantesimo per il quale siamo stati osannati ed elevati a eroi nazionali e salvatori della patria, oggi sembra sia rientrato tutto nella norma”. E parlano anche di “maleducazione nel pretendere senza alcun rispetto da chi, in questi 12 mesi, ha visto molti perdere la vita e tutti sottoposti a turni di lavoro massacranti”.
Nulla è cambiato negli organici, sono sempre in prima linea anche in questa seconda/terza ondata covid così come, per la stragrande maggioranza, il proprio lavoro “poggia sostanzialmente sul quel favoloso rapporto con il paziente che va ben oltre la pulizia e la somministrazione dei farmaci e che si concretizza nel costante contributo di crescita e arricchimento soprattutto dal punto di vista umano, tendendo quotidianamente la mano a chi soffre, mentre quella dell’Ipasvi, la federazione degli Infermieri Pensionati, Assistenti Sanitari e Volontari dell’Infanzia (cioè la nostra famiglia), viene meno e inasprisce l’esborso per avere il diritto nell’esercitare il proprio lavoro”.

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