SALENTO – Nella corsa contro il tempo per scongiurare il bis del caos parcheggi estivi, non potrà essere il vertice di mercoledì in Prefettura – con sindaci e Provincia a raccolta – ad individuare la via di fuga dal problema.
Non potrà farlo non per mancata volontà, ma per una questione di competenze. Di fatto, ad oggi, l’unico Ente a poter garantire una svolta sarebbe la Regione, accelerando gli iter di propria competenza, partendo dalle verifiche legate alla Valutazione di Impatto Ambientale, una delle più pesanti gatte da pelare per l’autorizzazione di parcheggi estivi temporanei lungo i litorali presi d’assalto dai turisti.
Alla penuria di posti auto lo scorso anno la Regione ha risposto con una Legge “tampone”, bocciata nei giorni scorsi dalla Corte Costituzionale per essere entrata a gamba tesa su temi di esclusiva competenza dello Stato, tentando così di bypassare gli iter più lunghi e cavillosi. La risposta al problema, ormai cronico nella stagione estiva, sarebbe una ed una sola: PROGRAMMAZIONE. In assenza di quest’ultima e non potendo replicare la strategia regionale bocciata dai supremi giudici, non resta che ottemperare a quanto previsto dal PAUR, piano autorizzativo unico regionale, con tutti i pareri degli Enti coinvolti nella questione.
I sindaci delle zone rivierasche intanto sono in allarme: l’ordine pubblico deve essere garantito e il tempo stringe. Laddove così non fosse la Prefettura potrebbe intervenire in chiave emergenziale e i primi cittadini aprire zone di sosta in via straordinaria, agendo ancora una volta nel pieno della baraonda.
Un’ipotesi alla quale bisognerebbe ricorrere solo in extremis e che invece, con le tempistiche dei pareri che si mettono di traverso, in alcuni casi potrebbe persino rivelarsi l’unica strategia possibile.