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Variante inglese in 5 comuni del Salento. Puglia tra le regioni in cui circola di più

PUGLIA- In Italia, il 17,8% dei nuovi casi di coronavirus è dovuto alla variante inglese. E la Puglia è tra le quattro regioni più colpite: il 15,5% dei nuovi casi è riconducibile a questa mutazione del virus, più veloce e aggressiva e che non sembra risparmiare neanche i più piccoli.

È quanto è emerso da un’indagine rapida condotta dall’Istituto superiore di Sanità (Iss) e dal ministero della Salute con i laboratori regionali. Abruzzo, Lombardia, Veneto e Puglia, si diceva, sono risultati i territori in cui la mutazione del virus circola di più. E in Puglia l’ipotesi di nuove restrizioni, caldeggiata dallo stesso assessore alla sanità Pier Luigi Lopalco, si fa strada ancora più rapidamente.

Le situazioni da potenziale zona rossa sono prevalentemente nel Barese. Ma la mutazione, stando al Report, avrebbe raggiunto anche il Salento, colpendo ben 5 Comuni ad oggi: Martano e Aradeo nel Leccese, Massafra nel Tarantino, Carovigno e Fasano nel Brindisino. I sindaci dei due comuni della provincia di Lecce, da noi contattati, fanno sapere però di non essere assolutamente al corrente della presenza della variante nel proprio Comune, motivo per cui in queste ore alla Asl hanno richiesto conferme e delucidazioni.

Nel Barese, oltre a Santeramo e Bari dove lo scenario è già definito allarmante, positivi alla variante inglese anche a Palo del Colle, Molfetta, Altamura, Bitetto, Bitritto, Modugno e Grumo Appula. C’è poi Canosa nella Bat e Orta Nova nel Foggiano. E mentre il consigliere del ministro della Salute, il professor Walter Ricciardi, ha rilanciato proprio nelle scorse ore la necessità di un nuovo lockdown nazionale, la Puglia potrebbe passare a nuove restrizioni già a partire dalla prossima settimana. Lo stesso assessore regionale alla Sanità Pier Luigi Lopalco, non ha nascosto – confermando i dati del report sulla variante -la sua preoccupazione. “Fra una settimana la variante inglese si diffonderà a una velocità senza precedenti e qui si parla di riaprire tutto – ha detto – c’è un totale scollamento tra le aspirazioni e la realtà”. Ma dice no al lockdown generale: “Semmai in questo momento, anziché parlare di lockdown, penserei a delle misure selettive, rafforzate, per evitare tutte quelle situazioni in cui il virus circola di più e che conosciamo ormai bene”.

 

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