LECCE- Bar, ristoranti ma principalmente discoteche, locali notturni e strutture per veglioni pagano il conto più alto per la pandemia
Cosa facciamo il 25 sera o dove trascorriamo le ultime ore dell’anno attendendo il nuovo? Questi i maggiori interrogativi che in molti, specie giovani e giovanissimi, si ponevano per organizzarsi gli incontri conviviali e musicali durante le festività più sentite dell’anno. Per questo 2020, stesse domande ma quasi per ironizzare, ed esorcizzare, questo lockdown dovuto al Covid 19. Succedeva che più serate “natalizie” ponessero l’interrogativo su quale festa, od evento, dover scegliere per la moltitudine di manifestazioni. Solo un ricordo per questa ultima settimana dell’anno. Tutto off limits se non l’auspicio per un recupero, di quanto perso, per il prossimo capodanno. Oltre a mancare la valvola di svago e di socialità, il vero dramma è la crisi di interi settori. Se l’Estate è centrale anche le festività natalizie rappresentano, per titolari, collaboratori e professionisti vari, un vero e proprio serbatoio economico che quest’anno sarà completamente a secco. Molti proprietari di discoteche rimproverano l’inconsistenza, od addirittura assenza, di aiuti ma è tutto l’indotto che ne soffre. Tra aziende che vendono meno prodotti bevande e quanto altro, a liberi professionisti che non potranno animare le serate: dj, organizzatori, p.r. , camerieri, barman ed occasionali vari senza alcuna possibilità di ritagliarsi alcun ambito di remunerazione . Non è un solo problema italico, è giusto dirlo, ma pur sempre rappresenterà una sofferenza superabile solo quando la pandemia sarà definitivamente sconfitta e per molti, anche giustamente, anche questi sacrifici serviranno per uscirne definitivamente e ricominciare una vita normale.