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Eleonora e Daniele hanno lottato in casa con l’assassino: ingresso a soqquadro. L’avvocato Fazzini: non si getti fango sulla vita dei ragazzi

LECCE – Con ogni probabilità, basta una sola coltellata quanto meno a far vacillare una persona. Eleonora e Daniele, prima e durante la pioggia di fendenti ricevuti con una ferocia inaudita, hanno comunque lottato con l’assassino.

Lo dicono i mobili spostati la cucina e il soggiorno, all’ingresso di casa, lì dove è stata trovata la maggior parte del sangue della povera coppia, sull’uscio di quello che era appena diventato il loro nido d’amore, al secondo piano della palazzina in via Montello.

Potrebbe, poi, tramontare l’ipotesi del nome dell’assassino, quell’ “Andrea, basta, fermati” sentito da alcuni condòmini potrebbe non essere venuto dalla voce di Eleonora, ma da un’inquilina dello stesso palazzo che invitava il marito a non uscire di casa, in pieno trambusto sulla tromba delle scale.

Intanto, l’avvocato Mario Fazzini,  legale della famiglia di Daniele De Santis, evita di andare a trovare i suoi anziani genitori, che abitano nella stessa palazzina dell’orrore, per non essere fermato dalle troupe giornalistiche che stazionano in via Montello.

Ma tiene a scacciare con forza le ipotesi della pista passionale a tutti i costi, o di quella legata al denaro, quanto meno in assenza di indizi certi.

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