ROMA – Il 5 settembre era la data tanto attesa: il giorno della grande protesta romana al grido di “Salviamo i bambini dalla dittatura sanitaria”. Come vi abbiamo anticipato nei giorni scorsi, la mobilitazione è andata in scena nel pomeriggio a Roma. A partecipare anche una delegazione di genitori e nonni salentini. Ad animare l’azione di protesta, un’unica convinzione: “l’impianto legislativo della scuola è affetto da illegittimità costituzionale e, comunque, dannoso per la salute psicofisica e per il futuro dei bambini”. A scendere in piazza l’associazione Popolo delle mamme, promotrice del raduno, affiancata da tantissimi papà, nonni, associazioni, comitati, gruppi e movimenti.
“Salviamo i bambini dalla dittatura sanitaria” è un gruppo nato sui social il 6 giugno scorso, spontaneamente, in supporto di tante mamme italiane che intendono opporsi all’applicazione delle leggi “Lorenzin e Azzolina”, in palese antitesi – a loro avviso – con la salute e il benessere dei bambini.
Con raduno alle 16, all’altezza della Bocca della verità, i manifestanti hanno rimarcato come la loro battaglia debba rappresentare una «occasione per costruire un nuovo modello sociale, lontano da quello attuale, che eleva l’isolamento e l’emarginazione a valori morali, che vuole inchiodare bambini e adulti a divani e a schermi, che vuole separare i nonni dai nipoti spacciando tale disumano provvedimento come necessario per la tutela della salute, che vuole ridurre la didattica a somministrazione di nozioni da un tablet o un computer, oppure in comunità, ma distanti, imbavagliati, impauriti».
La protesta è stato oggetto di non poche polemiche rilanciate da più parti. I partecipanti sono stati bollati “negazionisti” e “No Mask”. Alzare la voce e scendere in strada – a loro avviso – rappresentava però l’unico modo per farsi ascoltare. “Siamo solo genitori – dicono – che rivendicano il diritto di decidere per i propri figli”.
