PUGLIA – Gli statunitensi oltre a fare la vacanza in Puglia, erano soliti fare acquisti di prodotti locali. I più spendaccioni in assoluto. Ci sono anche loro in quel milione e 200 mila stranieri che quest’estate è mancato all’appello nella categoria “arrivi”. Numeri che hanno fortemente inciso sugli introiti di agriturismi e masserie, più di 800 strutture disseminate sul territorio e gettonatissime negli ultimi anni per una full immersion nelle tradizioni di questa terra. A dirlo è un bilancio stilato da Coldiretti che parla di un “pesante impatto economico ed occupazionale sul settore turistico regionale”.
“I turisti statunitensi -spiegano dall’associazione- destinano un budget importante alle loro vacanze e affiancano il soggiorno all’acquisto dei prodotti di qualità pugliesi, a partire proprio dall’olio extravergine di oliva”. La loro assenza, quasi totale, ha comportato “un calo del fatturato per le aziende che supera il 20%, per una fetta di mercato molto importante”.
Le conseguenze si faranno sentire – precisa Coldiretti – anche dal venir meno della leva positiva del turismo sulle esportazioni agroalimentari nazionali, con i turisti che al ritorno in patria cercano sugli scaffali i prodotti gustati durante il viaggio.
Non solo gli statunitensi, è chiaro. Una perdita importante è associata anche ai viaggiatori provenienti dalla Russia che sono stati in costante crescita negli ultimi anni. Spariti anche gli inglesi dalla Puglia, mentre una presenza molto risicata è arrivata da Germania, Olanda, Belgio e Svizzera.
L’emergenza Covid – in conclusione – ha provocato inevitabilmente anche un crollo del 30% la spesa turistica per la tavola nel 2020. A fronte degli oltre 4 milioni di arrivi di turisti nel 2019 e più di un milione di arrivi dall’estero, la perdita subita si definisce secca.
