LECCE- Durante una perquisizione dei finanzieri del G.I.C.O, nell’ attività commerciale sono stati rinvenuti oltre 90.000,00 euro in contanti, somma evidentemente non riconducibile all’attività di somministrazione di cibo e bevande. Le fiamme gialle, coordinate dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia, hanno sequestrato, ai sensi del Codice Antimafia, richiesto dai magistrati ed emesso dalla Prima Sezione Penale del Tribunale di Lecce, a carico di una persona ritenuta socialmente pericolosa, dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Le indagini, condotte dal G.I.C.O. del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Lecce, hanno dimostrato la riconducibilità ad un soggetto di nazionalità albanese, pressoché privo di reddito, di un’attività commerciale per la somministrazione di bevande sita in un Comune del basso Salento.
Il nucleo familiare è stato interessato nel tempo da un flusso di denaro (basti pensare alle spese relative all’avviamento dell’attività economica: costituzione, notaio, strumenti, materiali, locazioni), che non trova alcuna corrispondenza nei redditi dichiarati, neppure sufficienti al proprio sostentamento personale e che, pertanto, non può trovare altra giustificazione, se non come risultato di un’attività di reimpiego dei proventi dell’attività criminale, svolta abitualmente dall’albanese. Il Tribunale di Lecce, in considerazione del fatto che i beni costituiscono il prodotto delle attività illecite poste in essere dal soggetto albanese nel corso degli anni, valutata la palese “sproporzione” tra le risorse reddituali (sue e dei suoi congiunti) ed il compendio patrimoniale ed accertato il suo continuo coinvolgimento in attività illecite produttive di reddito, ha disposto il sequestro di 2 conti correnti bancari e dell’attività commerciale, il cui valore complessivo è stato stimato in oltre 250.000,00 euro. Tale misura ablativa viene effettuata ai sensi dell’art. 20 del D.Lgs. 159/2011 (Codice Antimafia) che prevede il sequestro, finalizzato alla confisca, dei beni riconducibili a quei soggetti caratterizzati da un’alta pericolosità sociale poiché ritenuti vicini ad ambienti malavitosi.