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Arresti Asl, in un anno 30 milioni spesi in protesi: da qui è partita l’inchiesta

LECCE – Nell’ultimo anno le spese Asl per l’acquisto di protesi in provincia di Lecce sono state di poco al di sotto di quelle sostenute in tutta la provincia di Bari. 30 milioni di euro: una cifra che ha da subito messo in allerta il Nucleo economico-finanziario della Guardia di Finanza che da mesi hanno avviato una serie di osservazioni, confluite ieri mattina nell’arresto della dirgente Asl Carmen Genovasi e di un uomo impiegato in una grossa azienda produttrice di protesi.

I controlli, avviati dalle Fiamme Gialle, erano finalizzati ad accertare il corretto funzionamento della pubblica amministrazione. Gli appostamenti dei militari vicino alla sede degli uffici Asl, in Piazza Bottazzi, hanno da subito messo in luce movimenti sospetti. Un via vai di uno stesso soggetto, dipendente di un’azienda di protesi, è stato sin da subito attenzionato. Il blitz di lunedì mattina ha consentito, di fatto, l’arresto in flagranza di reato: nella borsa della dirigente è stata trovata una busta contenente 850 euro in contanti. In mano al dipendente dell’azienda due pratiche di prescrizione già complete. In sostanza in cambio del denaro la dirigente avrebbe acconsentito all’acquisto di due dispositivi medici dall’azienda del dipendente in questione che, già in precedenza, avrebbe fatto ricorso a “bustarelle” e altre regalìe.

Secondo l’accusa, la Genovasi assegnava direttamente le pratiche ai singoli imprenditori, di fatto ignorando il diritto di scelta del paziente, e garantendo agli imprenditori un incasso maggiore di quello che avrebbero avuto altrimenti, anche attraverso la fornitura di ausili non adeguati per il paziente.

Le ipotesi di reato sono di corruzione e turbativa d’asta.

Un “elaborato sistema illecito”, basato sul rapporto tra un funzionario dell’Ente e alcuni imprenditori attivi nel settore del commercio di ausili protesici sia ortopedici che audiometrici. È su questo che adesso si indaga: di fatto l’arresto delle scorse ore è solo un primo e parziale tassello di un’inchiesta ben più ampia che potrebbe, nei prossimi giorni, riservare altre amare “sorprese”.

E.F.

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