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Si torna a parlare di calcio: il Lecce, ancorato alle sue certezze, è pronto

LECCE – Dopo oltre due mesi di incertezza e di chiusura totale dell’attività agonistica di gruppo arriva un calcio al Covid-19 anche se bisognerà usare accortezza e intelligenza perché il virus aleggia ancora e cammina sulle gambe di chi ha la sfortuna di incrociarlo.

C’è cauto ottimismo dopo l’approvazione del protocollo sanitario che accende il semaforo verde per gli allenamenti di squadra senza l’obbligo del restrittivo ritiro in totale clausura che sarebbe stato penalizzante dopo oltre due mesi di lockdown e di confinamento nelle proprie abitazioni.

Adesso bisognerà aspettare fino al 28 maggio prima di sapere quale potrebbe essere la data per la ripresa del campionato che sarà decisa nella riunione che il ministro allo sport Vincenzo Spadafora ha convocato chiamando tutte le parti, in primis i presidenti Gabriele Gravina della Federcalcio e Paolo Dal Pino della Lega A. Si fa strada l’ipotesi legata al weekend del 20 giugno, anche perché l’Uefa attraverso il presidente Ceferin, ha fatto sapere che non è obbligatorio terminare entro il 3 agosto, sarebbe meglio farlo ma l’importante è finire i campionati sul campo.

Il Lecce è già pronto: la lungimiranza di una società sana e previdente si è potuta testare e tastare anche nei piccoli gesti in questo periodo di emergenza sanitaria, ad iniziare dalla doppia donazione di una ingente quantità di tamponi all’azienda sanitaria locale per non gravare sui cittadini visto che ne serviranno tantissimi calcolando che saranno effettuati su tutti i componenti tre giorni prima dell’inizio degli allenamenti, il giorno dell’avvio e una volta ogni quattro giorni mentre i test sierologici saranno eseguiti il giorno dell’inizio e dopo 14 giorni.

A questi numeri bisogna aggiungere anche l’eventuale gestione di una positività al Covid-19 che porterebbe il calciatore contagiato nella propria abitazione in quarantena fino alla completa guarigione che sarebbe testimoniata anche da due tamponi negativi effettuati a distanza di 24 ore l’uno dall’altro, con gli altri componenti della squadra che andrebbero in ritiro, ma si allenerebbero comunque con obbligo di tampone ogni 48 ore.

Dunque presto di tornerà a parlare di tattica, del 4-3-1-2 di Liverani e delle probabili scelte che affonderanno le radici nelle sicurezze che il tecnico romano ha.

Si ripartirà dal centrocampo arricchito di qualità e quantità nel mercato di gennaio, dove alla certezza Petriccione, si sono aggiunti il guerriero Barak e il macina terreno Deiola, quarto nella top 15 dei calciatori che hanno percorso più chilometri, saranno loro i puntelli intorno a capitan Mancosu, che con il suo equilibrio, il suo carisma saprà essere ago della bilancia di una situazione nuova.

Il resto? Tutto da scrivere compresa la conferma del talentuoso Falco e il riscatto sul campo di Farias e Babacar che poco hanno dimostrato a causa dei problemi fisici che sembrano ormai alle spalle, così come si possono dormire sonni tranquilli con Lapadula pronto a regalare ancora perle… l’unico neo, e sarà un peccato enorme, lo stadio vuoto che svuota anche il calcio del suo significato più profondo.

Nonostante il parere negativo di gran parte dei tifosi questo calcio ha bisogno di ripartire per non implodere su se stesso. Il calcio moderno è questo, ruota intorno ad un girotondo di soldi e numeri, in attesa che si torni alla normalità e che il Coronavirus sia solo un brutto ricordo.

E volendo finire con un accenno di poesia basta chiudere un attimo gli occhi e pensare a quella dinamite nei piedi proprio di capitan Mancosu che fa ancora tremare i pali del San Paolo di Napoli, dove fece esplodere tutta la sua voglia di voler fortemente rimanere ancorato, con il suo Lecce, a questa serie A conquistata con i denti sul campo.

M.C.

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