TRIPOLI/BRINDISI – A finire nei guai sei persone, cinque delle quali appartenenti alla Marina Militare Italiana. Tra loro un brindisino e un tarantino. L’accusa è di contrabbando di tabacco e un farmaco per la disfunzione erettile provenienti dall’estero, destinati anche a membri della Marina Militare di Taranto. Il tutto acquistato con i soldi dello Stato Italiano.
I reati commessi sono contestualizzati nella missione internazionale denominata “Operazione Mare Sicuro” svolta dalla nave Caprera della Marina Militare italiana nel porto di Tripoli tra marzo e luglio 2018. La nave era stata ceduta dall’Italia alla Libia per potenziare l’attività di contrasto dell’emigrazione clandestina verso l’Italia. Missione in seno alla quale Marco Corbisiero, 44enne originario di Torino per il quale è scattato il carcere, aveva rivestito il ruolo di ufficiale tecnico della Marina Militare, a capo del team preposto al ripristino dell’efficienza del naviglio.
Corbisiero è gravemente indiziato per aver, in primis, provveduto a finanziare l’acquisto del carico illegale in quel di Tripoli, utilizzando fondi statali e giustificando quelle uscite quali spese necessarie per interventi di tipo tecnico sulla nave.
L’uomo avrebbe inoltre agevolato il personale imbarcato nell’acquisto, in silenzio, della merce di contrabbando, ancor prima di essere scaricata a Brindisi. Il tutto assicurandosi, per ovvi motivi, che il carico illecito non fosse in alcun modo denunciato alla locale autorità giudiziaria. Non finisce qui. Lo stesso Corbisiero è ritenuto l’organizzatore dello stesso trasporto del carico dal porto di Tripoli a quello di Brindisi e poi da quest’ultimo agli Uffici della Marina Militare di Taranto, tramite un automezzo ufficiale proveniente dal capoluogo ionico, condotto da Mario Ortelli, 40enne napoletano, per il quale è scattato l’obbligo di dimora.
Oltre a Corbisiero e Ortelli, ad aver garantito il successo dell’operazione illecita ci sono altre tre persone.
In primis l’ufficiale della Guardia Costiera libica, 39enne nativo di Tripoli. Sarebbe riconducibile a lui la sedicente società libica che avrebbe fatturato falsamente l’acquisto di beni e servizi per manutenzione della nave. Fatture generate falsamente al solo fine di giustificare le uscite economiche impiegate per l’acquisto di farmaci e tabacco da contrabbando. Tra i membri dell’equipaggio indagati ci sono poi Roberto Castiglione, 47enne tarantino, e Antonio Mosca, 41enne di Mesagne. Sono anche loro gravemente indiziati, a vario titolo, per aver organizzato l’imbarco ed il trasporto illecito. Per loro sono scattati i domiciliari, così come per Antonio Filogamo, 44ennne napoletano.
A dare esecuzione all’ordinanza applicativa delle misure cautelari il Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria della Guardia di Finanza di Brindisi. Oltre al contrabbando, gli indagati sono accusati a vario titolo di peculato d’uso, di istigazione alla corruzione, di corruzione per atti contrari ai doveri dell’ufficio ed, infine, di falso ideologico.
Le indagini preliminari si sono avvalse della collaborazione della stessa Marina Militare, l’Ambasciata italiana di Tripoli, la Capitaneria di Porto e la Stazione dei Carabinieri della Marina Militare brindisina.