LECCE- La Giunta Salvemini ha deciso di querelare il consigliere Andrea Guido in quanto reo, a loro giudizio, di alcune dichiarazioni diffamanti in un post pubblicato su Facebook, su presunti ritardi e mancata trasparenza nella distribuzione di mascherine e buoni pasto.
Ma andiamo con ordine. Lo scorso 15 aprile la comunità cinese aveva donato al Comune di Lecce e fatto giungere 25mila mascherine chirurgiche presso il Centro Operativo Comunale di Via Giurgola. Successivamente, di concerto con l’Ordine dei Farmacisti, il sindaco ha deciso di avviarne la distribuzione affidandola a soggetti esterni all’Amministrazione, guidati da una piattaforma digitale, a partire dal giorno 24 aprile presso le farmacie e parafarmacie della città.
Proprio quel giorno però il Consigliere Andrea Guido, su Facebook, ha pubblicato alcuni post dedicati al tema della distribuzione delle mascherine e dei buoni spesa, ma “che -secondo la Giunta Salvemini- riportavano in maniera falsa ed infondata le modalità adottate. Post e commenti inoltre rafforzati da espressioni diffamatorie nonché da gravi e sconsiderate insinuazioni sui criteri di assegnazione”. In particolare, secondo la Giunta quelle dichiarazioni enunciavano un’accusa esplicita contro l’Amministrazione Comunale nel suo complesso, nonchè rendendosi lesive dell’immagine e della reputazione sia del Sindaco sia dell’Assessore Silvia Miglietta. Da qui la decisione di presentare querela.
“Invece di querelarmi – afferma Guido – sarebbe stato più utile dire ai leccesi quello che è successo. Perché le mascherine sono state distribuite con così tanto ritardo? Ma soprattutto, cosa sta succedendo con i buoni pasto? Ricevo segnalazioni di famiglie che hanno diritto ai buoni e a cui è stato risposto che non li avranno, di famiglie che hanno diritto e che non hanno nemmeno ricevuto una risposta infine di famiglie a cui è stato detto di non avere diritto e che li hanno comunque ricevuti. Un pasticcio enorme e inaccettabile. Però, invece di fare chiarezza e di chiedere scusa ai cittadini, Salvemini mi querela. Mi auguro -conclude Guido- che questo serva almeno a costringerlo a fornire spiegazioni in un’aula di tribunale, visto che non ritiene di darle nelle sedi politiche e amministrative”.