SALENTO- Sembra un grido di dolore più che un appello: “Aiutateci, non sappiamo più come fare, non possiamo resistere così a lungo, venite a riprendervi i vostri cari, se potete, riportarteli nelle vostre case, abbiate cura personalmente di loro, oppure venite qui nelle residenze ad aiutarci, in barba ai divieti ma consapevoli che porterete il virus, fate la vostra scelta nel silenzio assoluto delle istituzioni che parlano con le loro circolari”. E’ quanto ha detto Fabio Margiglio, presidente regionale di Assoap, l’associazione delle strutture socio assistenziali pugliesi.
Lo ha scritto in una lettera indirizzata alla stampa, alle soglie dell’allentamento delle restrizioni imposte. Ha rimarcato che “i gestori sono terrorizzati” e “alcuni pensano anche a dismettere la loro attività. Nessuno se la sente di andare avanti così, perché non è finita qui e se entra il covid in struttura è finita per loro, per la loro azienda”. Nella fase 2, se anche si continueranno a negare le visite ai parenti, il virus potrebbe entrare nelle strutture attraverso il personale asintomatico, come d’altronde è successo probabilmente finora, visto che lo stop agli ingressi degli esterni risale già agli inizi di marzo.
Mani avanti: senza vaccino, continueranno ad essere gli anziani nelle residenze i primi a cadere, “perché non abbiamo le armi per difenderci – scrive l’associazione dei gestori – non le ha nessuno e se qualcuno le ha a noi non le danno. E’ impensabile immaginare di dover resistere per altri 6 mesi così, privando i parenti dalla possibilità di poter vedere i propri cari o di sapere al telefono che sono deceduti senza poterli rivedere o abbracciare”. Un dramma che riguarda gli anziani ma anche il personale, che fa i conti con il rischio sanitario ma anche con quello di perdere il lavoro.
Nel Salento le difficoltà sono per tutti ma hanno riguardato soprattutto, finora, due strutture in particolare: La Fontanella di Soleto, dove in queste ore si contano 16 ospiti deceduti da quando è scoppiato il primo caso il 21 marzo, e Il Focolare di Brindisi, dove si sono contagiati in 102 tra anziani e operatori e dove pure si sono registrati alcuni decessi.
In tutta la Puglia la situazione è difficile e su alcune rsa la magistratura ha aperto inchieste. Nella lunga lettera, Assoap ricorda che già un mese fa ha scritto alla Regione per rimarcare che “le strutture residenziali pugliesi, in tutte le loro diverse (ed inutili) declinazioni (RSA, RSSA, RSAA, Case di riposo, Comunità alloggio, etc.), non erano pronte ad affrontare questa pandemia, come non lo sono state quelle più “blasonate” del nord Italia, così come quelle francesi, inglesi, statunitensi”.
Le misure di isolamento sociale non potevano funzionare lì e le altre misure non erano idonee, per diverse ragioni. Innanzitutto perché l’ assistenza sanitaria agli ospiti resta in carico ai medici di medicina generale, alcuni dei quali non sono più andati a effettuare le visite. Ma nelle rssa non si sarebbero recati più neppure i medici specialisti Asl. “Come si fa a fare diagnosi senza esami e senza medici?”, ci si chiede.
Poi, le strutture “non sono progettate come ospedali e tanto meno come reparti di malattie infettive. Non ci sono camere o reparti di isolamento, non ci sono percorsi “puliti” o “sporchi”, sono strutture residenziali, progettate come residenze collettive, per loro stessa definizione”. E ci sono le difficoltà pratiche: con standard ridotti a 1-2 infermieri per turno “come si fa a dare la terapia a 90- 100 anziani non in una sala comune, come si era abituati a fare, ma in 50-60 stanze diverse?”.
Inoltre, a parte guanti e mascherine chirurgiche, “nessuna struttura aveva in dotazione tute, visiere, occhiali di protezione, copricalzari. Il Ministero della Salute emana circolari e dice alle regioni che devono rifornire le RSA. Le regioni non li hanno e non riescono a reperirli”.
Insomma, Assoap è chiara: “ognuno scarica le responsabilità al livello più basso, perché tanto si sa che si andrà a finire comunque nei tribunali e lì ognuno dovrà cercare di scaricare la responsabilità su qualcun altro”.
Questo il testo integrale della lettera: assoap_anno_2020_46_fase 2