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Stop ai contagi Covid? In Puglia non prima del 7 maggio

ROMA- La data tanto attesa in Puglia non sarà tanto quella del 4 maggio, quando dovrebbero cadere alcuni limiti alla circolazione e produzione, quanto quella del 7 maggio. Forse. Potrebbe essere, infatti, quello il giorno a partire dal quale i contagi da Covid potrebbero fermarsi. Non lo dice frate Indovino ma l’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane, coordinato da Walter Ricciardi, direttore dell’Osservatorio e ordinario di Igiene all’università Cattolica, e da Alessandro Solipaca, direttore scientifico dell’Osservatorio.

La road map, resa nota nelle scorse ore, riporta tempistiche diverse nelle regioni a seconda dei territori più o meno esposti all’epidemia. Si tratta di indicatori importanti per orientare le scelte politiche e pianificare la fase due. E dunque, mentre la data minima di assenza di nuovi casi non si avrà prima di 27 e 28 giugno per Marche e Lombardia, per le altre regioni si dovrebbe iniziare già dalla prossima settimana, in particolare in Molise, Sardegna, Sicilia e Calabria, le prime a respirare. In Puglia, oltre che in Abruzzo, non succederà prima del 7 maggio e queste regioni saranno seguite da Campania il 9 e dal Lazio il 12.  Si puntualizza che non si tratta della data esatta in cui si verificherà lo stop ai nuovi contagi, ma della data prima della quale è poco verosimile attendersi il loro azzeramento.

Il lavoro, che “si basa sui dati messi a disposizione quotidianamente dalla Protezione Civile dal 24 febbraio al 17 aprile”, impiega dei modelli statistici, stimati per ogni regione e che sono di tipo regressivo, di natura non lineare. Significa che non sono di tipo epidemiologico, pertanto non sono modelli fondati sull’ammontare della popolazione esposta, di quella suscettibile e sul coefficiente di contagiosità R0 (rischio zero), ma restituiscono l’andamento progressivo dei nuovi casi osservati nel tempo.

E ci sono anche due variabili di peso a poter influenzare le proiezioni e allontanare la fase due. La prima: i calcoli fatti tengono conto dei provvedimenti di lockdown introdotti dai Dpcm, cioè di chiusura pressoché totale delle attività e del distanziamento sociale imposto. Di conseguenza, se si dovessero allentare quei vincoli, riaprire e tornare a circolare, le proiezioni non sarebbero più verosimili.

La seconda variabile è ancora più insidiosa: “la precisione delle proiezioni è legata alla corretta rilevazione dei nuovi contagi. E’ infatti noto che questi possono essere sottostimati a causa dei contagiati asintomatici e del numero di tamponi effettuati”. Insomma, non ci resta che sperare e non vanificare gli sforzi compiuti finora.

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