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Covid, sperimentazione con il plasma ai nastri di partenza. Forse.

SALENTO- Almeno la Asl di Taranto si dice pronta a partire, già da questo martedì. Sempre che sia possibile farlo. Perché non è senza intoppi il percorso relativo alla cura dei pazienti Covid attraverso l’utilizzo del plasma con gli anticorpi dei guariti.

È stato il presidente della Regione, Michele Emiliano, l’11 aprile scorso, a dare l’annuncio dell’avvio imminente della sperimentazione anche sui pazienti, già dai giorni successivi. La macchina si è messa in moto ma i tempi si stanno presentando un po’ più dilatati del previsto. In mattinata, una videoconferenza tra i direttori di dipartimento delle diverse aziende sanitarie è servita proprio a cercare di sciogliere i nodi. Al momento il più importante resta la ricerca del laboratorio in cui processare le analisi del sangue di chi è già guarito, per la ricerca di anticorpi neutralizzanti. Si tratta di una metodica che si esegue solo in alcuni laboratori specializzati e ce ne sono pochi, a quanto pare, in Italia, come lo Spallanzani di Roma o il Sacco di Milano, già oberati. Come fanno sapere dal Policlinico di Bari, la Regione nei giorni scorsi ha avviato la call per individuare eventuali disponibilità. Lo ha fatto dopo aver avuto dal Centro nazionale sangue l’autorizzazione all’utilizzo del protocollo clinico sperimentale approvato dal Comitato etico del Policlinico, da applicare su tutto il territorio regionale nei centri individuati dal “Piano ospedaliero Sars-CoV-2”.

Quindi, di fatto, al momento, la sperimentazione non è ancora partita in nessun nosocomio pugliese. È il Moscati di Taranto il primo a volerlo fare, già dalle prossime ore, come confermano dalla Asl ionica. A Brindisi, invece, il direttore generale Pasqualone fa sapere che al Perrino, finora, non ci sono stati casi di necessità per cui richiedere di applicare questo tipo di cura. Anche a  Lecce nessun avvio.

Ma di cosa si tratta? L’immunoterapia passiva con plasma dei pazienti convalescenti è già stata utilizzata nel corso dell’epidemia da Covid-19 in Cina con risultati positivi. Inoltre, è stata impiegata nel corso dell’epidemia di SARS nel 2002-2003 e di Ebola del 2014-2016 in Africa Occidentale. Il plasma da convalescente, una componente del suo sangue, è considerato un “nuovo farmaco sperimentale” contro il coronavirus rendendolo di fatto utilizzabile negli studi clinici in modo compassionevole per trattare i pazienti con infezioni. Si attende l’avvio, quanto prima: in Puglia, ci sono ancora 650 persone ricoverate, di cui 60 in terapia intensiva.

 

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