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Caso Uva, dopo 12 anni l’assoluzione. Il poliziotto: “Trionfa la verità, ma la dignità è stata disintegrata”

Giuseppe Uva

BRINDISI- Dopo 12 lungi anni arriva l’assoluzione. “Anche volendo ammettere che Giuseppe Uva disse forse di essere stato percosso o che urlò ‘assassini mi avete picchiato’ fatto sta che di quelle violenze fisiche non vi fu alcun riscontro”. E’ quanto scrivono i giudici della V sezione penale della Corte di Cassazione nelle motivazioni della sentenza con cui lo scorso 8 luglio hanno confermato l’assoluzione di sei poliziotti e due carabinieri accusati di omicidio preterintenzionale e sequestro di persona per la morte dell’operaio di Varese, deceduto a giugno 2008 in ospedale, dopo aver trascorso la notte nella caserma dei carabinieri.

“Le motivazioni lo dicono chiaramente-afferma uno dei poliziotti coinvolti Luigi Empirio e oggi segretario del Sap– non c’è mai stata violenza nei confronti di Giuseppe Uva, lo dicevano anche le autopsie. Quattro pubblici ministeri di seguito hanno sempre chiesto il non luogo a procedere. Noi lo dicevamo da 12 anni e per 12 anni siamo stati sotto torchio in un processo solo mediatico”.

Sono stati anni difficili per Luigi Empirio, come per i suoi colleghi. Lui però presto ha scelto di tornare da Varese, nella sua terra, a Brindisi, dove ha trovato un’amministrazione della pubblica sicurezza di alto livello e un segretario generale del Sap, l’on.Gianni Tonelli, che gli ha dato fiducia sin da subito, restandogli accanto, sino alla fine.  Oggi, quindi si ricomincia, con un’etichetta che resterà purtroppo incisa sulla sua pelle,  sotto quel cielo della sua stanza dove per anni ha dovuto restare in silenzio, circondato dall’affetto della sua famiglia e attendere che giustizia fosse fatta… Ovviamente, nessuno potrà mai ridare a lui e ai suoi colleghi questi 12 anni, ma ora è giunto il momento di alzare la testa e continuare a combattere, almeno per ricucire la propria dignità.

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