ROMA – Il volume offre un quadro articolato di riflessioni e descrive il profilo di dieci città : Lecce insieme ad Ascoli Piceno, Benevento, Cosenza, Foligno, Parma, Pordenone, Ragusa, Rieti e Varese, selezionate tra le altre città intermedie individuate in base alla dimensione demografica, all’offerta di servizi, all’ attrattività turistica e alla vocazione manifatturiera.
La qualità della vita della città di Lecce è stata ricostruita nel volume “L’Italia policentrica. Il fermento delle città intermedie” nato come report dell’associazione “Mecenate 90” che analizza i cambiamenti demografici, istituzionali ed economici che stanno ridisegnando le dinamiche sociali e che spingono verso una nuova stagione di politiche territoriali da cui partire per interpretare nuove geografie. Esamina come le città intermedie si attrezzano rispetto alle sfide prodotte da tali processi e quali opportunità hanno per svolgere un ruolo propulsivo per lo sviluppo del Paese. L’unico a reppresentare il sud a Roma, il sindaco di lecce, Carlo Salvemini. Lecce è stata ribattezzata come la “città che guarda oltre la rassegnazione” è attenta al recupero dei quartieri periferici, la riqualificazione degli spazi verdi. Ha tra i suoi punti di forza gli straordinari tesori artistici e culturali. Attenta al recupero dei luoghi di cultura. Fiore all’occhiello della città è il turismo. Nel 2018 sono stati oltre 265 mila gli arrivi. Territorio accogliente: gli stranieri sono il 7,7% della pololazione. Città di startup. Attenta alla riqualificazione degli spazi pubblici ad una pianificazione urbana partecipata. Qualche ombra c’è ” presenza elevata di piccole e medie imprese in costante affanno per rimanere competitive”