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Ecolio2, esposto Lilt in Procura: “Si blocchi depuratore”

PRESICCE-ACQUARICA DEL CAPO- Finisce sul tavolo della Procura il rinnovo delle autorizzazioni al depuratore Ecolio2 di Presicce-Acquarica del Capo. A firmare l’esposto è la Lilt di Lecce, che chiede agli inquirenti di valutare il blocco dell’impianto. La Lega Tumori ha informato anche Ministero della Salute, Regione e Provincia chiedendo loro un “gesto di responsabilità morale” rispetto a un territorio “da tempo gravemente malato”. La richiesta, insomma, di chiudere con un no la procedura in corso di rinnovo, con riesame, dell’Autorizzazione integrata ambientale, necessaria per continuare a produrre.

Lilt rilancerà l’appello e il contenuto dell’esposto durante una fiaccolata organizzata con altre associazioni e le amministrazioni di Presicce-Acquarica, Salve e Morciano di Leuca per domenica pomeriggio a Salve.

Il punto di partenza dell’esposto sono i dati epidemiologici relativi al Salento in generale e a quel territorio in particolare, con evidenti criticità che impongono come linea prioritaria quella di evitare ulteriori fonti di pressione ambientale, specie per zone che “hanno oltrepassato i limiti di legge e di sostenibilità”. L’impatto di Ecolio2 è considerato forte in un’area, tra l’altro, a “rischio epidemiologico alto”, stando ai dati rilevati dal progetto Geneo, a causa della contaminazione dei suoli dovuta a inquinanti come arsenico, berillio e vanadio a forte potenzialità cancerogena, con concentrazioni che resantano “soglie tipiche in genere di aree industrializzate, come ad esempio quelle registrate nei terreni limitrofi alla centrale di Cerano (Brindisi) e nel rione Tamburi (Taranto)”.

Una terra, insomma, compromessa in quanto a incidenza e mortalità per patologie oncologiche, in particolare per il tumore del polmone e di rene, vescica e vie urinarie, “tanto da rappresentare un’emergenza nell’emergenza del caso Salento”, secondo Lilt.

Correre ai ripari rispetto al passato non è facile né immediato. Ecco perché occorrerebbe porre un freno per il futuro, per precauzione. Tra l’altro, proprio su Ecolio2, il rapporto conclusivo sull’attività di ispezione di Arpa del febbraio scorso ha rilevato lacuni e difformità non da poco nella gestione dell’impianto. Tra gli altri dettagli, di cui Arpa aveva annunciato notifica all’autorità giudiziaria, c’erano valori di mercurio superiori al limite nei suoli e la presenza di altri metalli pericolosi (cadmio, nichel, zinco), non rilevati dall’azienda. Da qui la richiesta alla Procura di valutare il progetto e “scongiurare ulteriori aggravi, immediati e futuri, della SALUTE PUBBLICA NEL SALENTO, già così pesantemente compromessa”.

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