ROMA – Ex Ilva, punto e a capo. Il vertice romano del pomeriggio al Mise partorisce un deja vu: il nodo esuberi torna prepotentemente sul tavolo e la trattativa è nuovamente sospesa.
Il Ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, aveva affidato al presidente di Saipem, Francesco Caio, il ruolo di negoziatore con ArcelorMittal per la rimodulazione del piano industriale.
Piano che la multinazionale ha, di fatto, presentato e che prevederebbe 4.700 esuberi, di cui 2.891 già nel 2020, con l’organico dell’ex Ilva che passerebbe dai 10.789 occupati del 2019 ai 6.098 del 2023.
Lo stesso piano prevede poi un aumento dei volumi di produzione: dagli attuali 4 milioni e mezzo di tonnellate di acciaio ai 6 milioni dal 2021.
Lucia Morselli, amministratore delegato di Arcelor, ne ha illustrato i dettagli. Dopo di ciò il vertice è stato sospeso. I tagli prefigurati sono stati bollati dai sindacati come “irricevibili”, tanto da spingerli a proclamare uno sciopero nazionale il prossimo 10 dicembre, con una manifestazione nazionale a Roma.
Patuanelli, intanto, non nasconde la delusione. “L’azienda non ha fatto i passi in avanti attesi -ha detto al margine dell’incontro- sono molto deluso”. Tuttavia il Ministro, stando a quanto riferito da lui stesso al tavolo, starebbe lavorando ad un piano governativo che renda l’impianto più eco-sostenibile. Piano che potrebbe essere presentato già nel fine settimana.