Attualità

Regione taglia i fondi al Frecciarossa? Emiliano: “Una barzelletta vergognosa”

BARI- Michele Emiliano getta la palla fuori campo: non è colpa della Regione Puglia se il treno Frecciarossa non parte più da Taranto ma da Metaponto per un presunto taglio dei fondi. Questa – attacca a muso duro – è una “barzelletta che non fa ridere, fa piangere di vergogna chi l’ha inventata. La verità è un’altra – spiega – e cioè che la Regione Basilicata, senza alcuna motivazione, ha deciso di limitare, dal prossimo orario invernale, l’itinerario del Frecciarossa 1000 spostandone la partenza”. A suo avviso, in questo modo i cugini lucani avrebbero provato a costringere la Puglia a contribuire per quasi un terzo del costo complessivo della tratta, cioè con 825mila euro l’anno “per percorrere ad 80 all’ora la breve tratta Taranto Metaponto di soli 37 chilometri”.

S’infiamma il governatore pugliese, dopo la pioggia di critiche che gli è arrivata adosso. Secondo lui, quel collegamento era sì utile ma non indispensabile. Con una precisazione: quei fondi non sono mai stati tagliati per il semplice motivo che non sono mai stati versati, tanto che la Basilicata ha chiesto ora alla Puglia di farsi carico della spesa per gli ultimi tre anni. E la Regione, rimarca, non avrebbe potuto comunque usare fondi pubblici destinati al trasporto locale per finanziare linee di trasporto nazionale, che competono allo Stato.
Va avanti e squaderna dati Trenitalia: sono una 40ina i passeggeri tarantini su ogni tratta di quel Frecciarossa, lo 0,02 per cento della popolazione. Insomma, non varrebbe la pena spendere quasi un milione di euro per questo, anche in virtù del fatto che Taranto risulta oggi già collegata a Milano da una coppia di Intercity e una di Frecce Bianche, più veloci di 40 minuti del Frecciarossa lucano e che, dal prossimo 24 novembre, diventeranno Frecce Argento con tempi di percorrenza ulteriormente ridotti. Anche alla luce di ciò, il presidente Emiliano parla di “intollerabili speculazioni politico /elettorali” che rischierebbero di “privilegiare l’interesse dei pochi rispetto all’interesse pubblico generale”.

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