LECCE – Dalla pulizia, alla cura del verde, al dissesto di strade e marciapiedi. Qui la richiesta ribadita a più voci si riassume in un unico appello: “Ricordatevi di San Pio”.
Il quartiere si autodefinisce, infatti, “dimenticato”. I luoghi di aggregazione, che di potenziale ne hanno e come, sono per lo più un ricordo. Le giostre per bambini negli spazi verdi non ci sono più o sono immerse nella vegetazione incolta. I campetti da calcio, come quello in piazzetta Balsamo, sono inutilizzabili: mancano le porte e la recinzione è fatiscente.
La spazzatura la fa da padrona ed è per questo che i residenti stessi fanno appello al senso di civiltà e collaborazione, prima ancora che alle istituzioni. Tutt’intorno a Via Sozy Carafa i marciapiedi mettono a dura prova il raggiungimento delle attività commerciali che si concentrano in questa zona.
San Pio pullula di giovani studenti universitari ed è da anni uno dei quartieri più multietnici della città, la presenza di una moschea lo testimonia. Sull’accoglienza nulla quaestio. La convivenza, però, non è sempre facile. Su questo i residenti si dividono: c’è chi lamenta scarsa sicurezza e chiede più controlli, magari un presidio fisso delle forze dell’ordine. C’è chi, partendo dalla propria esperienza personale, riconduce queste lamentele ad una sorta di “psicosi sociale” dai riscontri opinabili.
C’è poi il nodo alloggi popolari. Le case “minime” balzano all’occhio perchè visibilmente immerse nel degrado. I nuovi alloggi di Via Pozzuolo parzialmente assegnati, invece, rappresentano una boccata d’ossigeno per l’assetto urbanistico dell’intera zona.
Insomma quello che San Pio chiede, lasciando trapelare un pizzico di rassegnazione, è un pò di attenzione in più. Lo dicono anche i muri: forse “un’eresia che (di certo) non aggredisce“.
E.Fio