Attualità

Migranti, formazione e lavoro per sconfiggere lo sfruttamento: parte “Skill to Work”

BARI – Arrivano in Italia con diplomi, spesso lauree, professioni già acquisite e con mansioni conosciute. Ma una volta qui restano inattivi, non studiano, non cercano occupazione o se lo fanno finiscono in mano ai caporali e alle reti di sfruttamento. Per combattere tutto questo nasce Skill to work, il progetto finanziato dalla Regione Puglia e realizzato grazie alla cooperativa Rinascita, ad Arci Lecce, a Cefas, il centro formazione e specializzazione e ad A.f.g, l’associazione di formazione globale.

In tutte le province pugliesi, i migranti grazie a 720 percorsi individualizzati potranno studiare, formarsi e grazie alla rete di connessione tra accoglienza, formazione e centri per l’impiego e aziende, trovare una occupazione.

“Questi progetti che mirano all’integrazione, vanno condivisi con il Terzo settore. Per noi – ha spiegato l’assessore regionale al Lavoro, Sebastiano Leo – è importante mettere al centro i migranti regolari, ai quali bisogna dare competenze e conoscenze per inserirli socialmente e lavorativamente”. “I migranti possono essere una risorsa importantissima – ha aggiunto la coordinatrice del progetto Skill to Work, Anna Cordella -.Le loro conoscenze vanno mappate, censite, vanno messe a disposizione di un mondo del lavoro che molto spesso ha bisogno di competenze settoriali di cui i migranti dispongono. Questo progetto, dunque – ha concluso Cordella – ha il compito di colmare un gap legato all’assenza di una governance e di una rete effettiva tra mondo del lavoro, mondo dell’accoglienza e il mondo dell’integrazione”.

Ma, è stato sottolineato, nessuno di loro ruberà lavoro agli italiani: “La maggior parte dei ragazzi – ha spiegato la presidente di Arci Lecce, Anna Caputo – fa un percorso di formazione che è legato all’artigianato e alla cultura contadina. A tutti quei lavori che non vengono più presi in considerazione dagli italiani. Non solo, anche nel settore alberghiero e nel settore della ristorazione non si trova più personale che non sia straniero. Allora – ha concluso – a questo punto cerchiamo di far raggiungere un accordo, una conoscenza tra le capacità che hanno queste persone e la possibilità di essere inserite nello stesso territorio”.

Donne, giovani, richiedenti asilo, beneficiari di protezione internazionale e umanitaria, e più in generale migranti regolari: sono loro i destinatari di questo progetto. Perché, si è detto, solo attraverso la formazione e l’inserimento del mondo del lavoro, si avrà una integrazione utile a tutti.

Articoli correlati

Arca Sud, Chiriacò: in corso verifiche su chi non ha diritto alla casa

Redazione

Alta velocità fino a Lecce, Pagliaro: “Viceministra Bellanova si impegni accanto a noi in questa battaglia”

Redazione

Settembre, turismo promettente: eventi e congressi oltre al mare

Redazione

Raccolta fondi per la statua di S.Oronzo: già raggiunti 170 mila euro

Redazione

Covid, si ricostruiscono i contatti della famiglia positiva. Asl: fondamentale l’autosegnalazione

Redazione

Qualità della vita, nel Salento scende. Lecce, Brindisi e Taranto perdono posizioni

Redazione