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Tap s’incaglia sui coralli, il ministro Costa: “Occorre nuova Via”

MELENDUGNO- “Occorre una nuova Via, che ho giĂ  chiesto sulla questione”. Con queste parole il ministro dell’Ambiente Sergio Costa dice la sua sulla partita che potrebbe riaprirsi sul tratto piĂą delicato di tutta l’opera relativa al gasdotto Tap.

Lo afferma rispondendo via Whatsapp, in mattinata, ad un attivista di Melendugno, che lo ha incalzato inviandogli il servizio di Telerama riguardante il ritiro da parte di Tap della precedente soluzione progettuale relativa al microtunnel che deve penetrare il fondale di San Foca. A quel dietrofront è seguito l’avvio di una nuova procedura, quella di verifica di assoggettabilitĂ  a Valutazione di Impatto ambientale, per capire se effettivamente il tubo va a collidere con la presenza dei banchi di coralli presenti al largo. Il ministro, stando al tenore letterale del suo messaggio, si spinge oltre: a suo avviso, quella Valutazione serve, la variante proposta da Tap dev’esservi assoggettata.

Cosa accade ora? Entro 45 giorni gli enti possono presentare osservazioni. Entro il 2 giugno, la Regione può nominare un suo referente in seno alla commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale.

Se la Via sarĂ  imposta, come si presume essendo la proposta una variante, sarĂ  questo un passaggio stretto. E lo sarĂ  sotto due versanti. Il primo lo ricorda il consigliere regionale Sergio Blasi: “La partita si riapre, perchĂ© lo scorso dicembre, in sede di Bilancio di previsione, la legge regionale in materia di Via e Aia è stata arricchita da un mio articolo che, oltre  a stabilire l’assoggettabilitĂ  di Aia e Via alla Vis (cioè alla Valutazione di impatto sanitario), introduce il concetto di “resilienza degli ecosistemi”. Ciò significa che per la prima volta una procedura di Via dovrĂ  tenere conto della “capacitĂ  di un ecosistema di ritornare al suo stato iniziale dopo essere stato sottoposto a una perturbazione che l’ha allontanato da quello stato”. Questo, a suo avviso, è “un argine concreto all’approdo di Tap sulle coste di Melendugno” e “supera anche l’introduzione di un’eventuale zona Sic”.

L’altro versante è in ogni caso la possibile istituzione del Sito di importanza comunitaria nelle acque di San Foca. A fine marzo, in Regione, è stato convocato il primo tavolo. L’attivista Graziano Petrachi ha presentato documentazione che agli uffici era, a quanto pare, poco nota: lo studio Biomap finanziato dalla stessa Regione, ma anche le cartografie fatte dalla stessa Tap che ha giĂ  comunicato di non essere in grado di rispettare i 50 metri di distanza dalla linea dei coralli, come gli imporrebbe la prescrizione A9.

Una partita seria, dunque, quella che si riapre. E che la Regione può decidere di giocare da titolare.

“Dal 2017 ho presentato emendamenti e mozioni per impegnare la Regione ad  avviare l’iter per l’istituzione del SIC – dichiara il consigliere del M5S Antonio Trevisi -. Se la Regione avesse voluto davvero ostacolare il progetto avrebbe potuto sin da subito proporre l’istituzione e oggi sarebbe molto piĂą difficile per Tap ottenere dal Ministero la non assoggettabilitĂ  a VIA. Purtroppo ancora una volta la Puglia paga per l’immobilismo di Emiliano”.

 

Tiziana Colluto

(In copertina, foto tratta dalla pagina Fb del Movimento noTap)

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