LECCE- Un caso di stalking al rovescio, in cui l’accusa di atti persecutori riguarda una donna e la vittima è il marito. Finisce a processo A.T.F., insegnante 40enne di Lecce. Il gup Giovanni Gallo, al termine dell’udienza preliminare di oggi, l’ha rinviata a giudizio.
L’ex coniuge, i genitori di lui e la sua nuova compagna si sono costituiti parte civile con l’avvocato Riccardo Giannuzzi. Nei confronti della donna continua a rimanere in piedi la misura cautelare del divieto di avvicinamento: un mese fa, infatti, è stata rigettata la richiesta di revoca avanzata dai legali della donna, Luigi Rella e Massimo Bellini.
La fase del dibattimento si aprirà il prossimo 6 giugno.
Sei anni di inferno per il marito, un noto commercialista leccese, al quale la moglie avrebbe, secondo l’accusa, anche impedito di esercitare serenamente il diritto di affidamento condiviso della figlia minore, come stabilito dal Tribunale civile. I fatti vanno dal 2012 al 2018. Le indagini sono state condotte dal pm Maria Rosaria Micucci e hanno previsto anche lo svolgimento di una consulenza tecnica, l’interrogatorio della donna e l’ascolto di testimoni.
La donna avrebbe minacciato l’ex marito e i suoceri di non far vedere più la bambina, ma ripetute sarebbero state le sceneggiate in luoghi pubblici quando la piccola era affidata a lui o le telefonate continue tanto da costringerlo a staccare il telefono. Non solo, secondo l’accusa, la donna avrebbe persino strumentalizzato la figlia per farsi consegnare denaro, avrebbe offeso pubblicamente il commercialista anche davanti alla nuova compagna, preso a pugni la sua auto, tanto da far intervenire le forze dell’ordine, che avrebbe in altre occasioni lei stessa contattato per denunciare falsamente la scomparsa della figlioletta.
