Attualità

“Natale spento”: striscioni di protesta nell’anfiteatro e in Villa targati Casa Pound

LECCE – A viso aperto Casa Pound rivendica quanto accaduto. Sabato mattina Lecce si sveglia così: con due striscioni affissi all’ingresso della Villa comunale e sulle gradinate dell’anfiteatro romano. Sul primo si legge “Lecce spento, commercio a rilento”, sul secondo “Luminarie blackout a Palazzo Carafa”. In entrambi c’è il logo del partito di matrice neofascita che in una nota motiva: “solidali con i commercianti, la nostra è una protesta contro il ritardo nell’affissione degli addobbi natalizi nel centro della città. L’amministrazione comunale è sorda alle richieste del tessuto imprenditoriale”.

I due striscioni sono stati rimossi tempestivamente di buon mattino, quando gli scatti hanno raggiunto Palazzo Carafa. È dura la condanna da parte dell’assessore alla sicurezza Sergio Signore: “Un gesto di natura politica che lascia sconcertati per le modalità” dice.

Intanto Carlo Conte, presidente della neonata associazione “Salviamo il Commercio in centro” (alla quale hanno aderito ben 200 commercianti del cuore del città), si è da subito affrettato a prendere le distanze da quanto accaduto a nome di tutti gli associati. “Questo modo di protestare non ci appartiene” spiega, rimarcando allo stesso tempo come a inizi dicembre sia davvero problematico non avere contezza dei tempi di installazione delle luminarie e dell’impostazione del piano traffico. Quest’ultimo, con la chiusura delle arterie principali, è stato frutto di non poco malcontento lo scorso anno e anche questo Natale è ritornato ad essere oggetto di polemica da metà novembre.
“Nessuna buona nuova e nessuna certezza -spiega ancora Conte- speriamo di avere presto delucidazioni. Il fai da te non basta. Intanto in altre città il clima natalzio si respira e come. Impossibile reggere il confronto”.

E.Fio

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