LECCE –Luca Pasqualini, ex assessore nell’era Perrone rimane agli arresti domiciliari e non va in carcere, così come richiesto dalla Procura. Per Attilio Monosi, ex assessore al bilancio e Pasquale Gorgoni, dirigente a palazzo Carafa, rimangono confermate le misure degli arresti domiciliari.
Per Monica Durante, con obbligo di dimora e Diego Monaco, indagato a piede libero, i giudici inaspriscono la misura trasformandola in arresti domiciliari, così come per Andrea Santoro, coinvolto nel presunto pestaggio di Giorgilorio con metodo mafioso, per cui si dispone l’arresto in carcere. Provvedimenti sospesi in attesa del ricorso in Cassazione.
Queste, in sintesi, le decisioni dei giudici del Tribunale del Riesame presieduto da Silvio Piccinno, dopo l’udienza fiume del 9 ottobre scorso, quando in aula si sono fronteggiati gli avvocati difensori di alcuni dei principali indagati nell’inchiesta sulle case popolari e i pm Roberta Licci e Massimiliano Carducci: accusa e difesa in aula per tentare di correggere, da una parte e dell’altra, le misure decise dal gip Giovanni Gallo sull’inchiesta case popolari e rivedere alcuni capi d’imputazione tra cui ipotesi di corruzione e alcuni episodi circostanziati. Il tribunale del Riesame ha rigettato le impugnazioni presentate dagli avvocati Amilcare Tana, Giuseppe Corleto, Riccardo Giannuzzi e Luigi Covella e ha accolto l’appello dei pm per quasi tutti i reati esclusi dal gip Giovanni Gallo. Rimane confermato l’obbligo di dimora per Monia Gaetani, niente misure per Rosario d’Elia. 45 giorni di tempo è il termine per il deposito delle motivazioni.
45 giorni di termine per il deposito delle motivazioni.