Cronaca

“Clima di terrore”: metodi arcaici per spadroneggiare nella Palude

PORTO CESAREO- “Li morti vostri, di qua ve ne dovete andare sennò vi uccido, non avete vita facile, vi devo ammazzare, non avete ancora capito che qua mi devo mettere io”: è il 20 luglio 2018 e di fronte ai bagnanti increduli gli Emiliano minacciano i titolari del lido Togo Bay. Non si fermano alle parole: contro di loro scagliano grosse pietre. È solo l’ultimo episodio in ordine di tempo.

Quel pezzo di Porto Cesareo lo consideravano cosa “loro”. Ma non bastava più neppure quel parcheggio/camping abusivo che avevano sottratto al demanio: secondo l’impianto accusatorio, la famiglia Emiliano ha tentato di allargarsi alle aree intorno, incurante del fatto che fossero state assegnate ad altri con regolari concessioni. E lo avrebbero fatto con le cattive, con “continue vessazioni e aggressioni fisiche”, è stato spiegato in mattinata in conferenza stampa dal comandante provinciale Giampaolo Zanchi: “Quella era una porzione di territorio al di fuori della legge – ha detto – e queste persone da dieci anni occupavano abusivamente quell’area demaniale. Non contenti, alla luce del sole, senza timore, avevano avviato una serie di angherie nei confronti di titolari di strutture limitrofe che operavano nella piena legalità. Il loro intento era disincentivarli e farli desistere dalla loro impresa, per farsi lasciare quelle zone. La violenza, la prevaricazione e l’imposizione sono state le loro armi vincenti per provare a imporre il loro monopolio”.  

“Un clima di vero terrore ha aleggiato nel corso degli anni in quella località”, hanno ribadito gli investigatori, trovando riscontri anche nelle dichiarazioni rese dai titolari di altri lidi che avrebbero subito minacce e persino percosse. Metodi che ha imparato a conoscere anche Telerama, la cui troupe è stata aggredita il 22 luglio 2010 dopo servizi di inchiesta sull’abusivismo di quel camping. Venne danneggiata la nostra auto. A distanza di anni, la svolta. Ma perché dopo dieci anni?Le attività e le denunce sono state tante e mai messe da parte – assicura Zanchi – tant’è che nel 2014 è stata fatta un’operazione incisiva. Loro, però, hanno continuato a operare in questo modo. E’ stato un lavoro lento e certosino ed è stato tutto messo a sistema per conseguire, assieme alla Procura, un risultato che speriamo abbia messo la parola fine a queste angherie”.

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