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Case popolari, gli interrogatori. Monosi: ho già detto. E non risponde

LECCE- Ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere, “Ma non certo per sottrarsi al confronto”. Così l’avvocato Riccardo Giannuzzi spiega le motivazioni per cui Attilio Monosi non ha risposto alle domande del giudice per le indagini preliminari Giovanni Gallo, davanti a entrambi i pm titolari del fascicolo, Massimiliano Carducci e Roberta Licci, durante l’interrogatorio per l’inchiesta sulle case popolari di Lecce, per la quale per lui sono stati disposti gli arresti domiciliari. Ha detto che il suo assistito, che rappresenta insieme all’avvocato Luigi Covella, vuol leggere le carte, l’ordinanza e tutti i documenti a supporto di essa, anche perché è trascorso troppo tempo e la memoria vacilla. Non solo: un’altra motivazione è che l’allora assessore al Bilancio del Comune di Lecce parlò degli stessi identici fatti nel 2015, ai finanzieri, per 11 ore.

Quel giorno, il 24 giugno di tre anni fa, l’assessore parlò nel comando provinciale in Piazzetta dei Peruzzi dal mattino fino alle 8,00 di sera, dicendo la sua sull’intricata vicenda delle assegnazioni degli alloggi popolari. Disse di aver trovato il caos quando si insediò, due anni prima, a Palazzo Carafa, e che lui aveva cercato di mettere ordine. A supporto di quanto dichiarato, portò con sé documenti e delibere.

L’altro ex assessore ai domiciliari, Luca Pasqualini, sarà ascoltato martedì mattina, poiché il suo avvocato Giuseppe Corleto ha appena assunto l’incarico e perché il collega Fornari era fuori Lecce.

Ha risposto per un’ora e mezza alle domande del giudice, Pasquale (Lillino) Gorgoni, funzionario comunale, assistito dall’avv. Amilcare Tana. Ha confermato quanto già detto quando fu ascoltato nel 2015 e nel 2017. Ha ribadito di essere stato un semplice funzionario che, avendo come titolo di studio un diploma, era già al massimo della carriera e che, quindi, non ha mai avuto interessi economici o elettorali. Nel periodo in cui era addetto all’Ufficio Casa del Comune di Lecce si è limitato -ha detto- a dare attuazione a quanto richiesto da dirigenti e assessori.

Davanti al giudice anche il consigliere comunale Antonio Torricelli, con l’avv. Luigi Covella. Oltre due ore di interregatorio durante le quali ha chiarito diversi punti della vicenda, in particolare quelli riguardanti i suoi interventi in situazioni che rientravano nella materia dell’emergenza abitativa. Ha escluso qualsiasi interesse personale o collegato a voti di scambio con molta decisione, respingendo le accuse e collocando i suoi interventi nell’ambito di quelli consentiti a un politico, soprattutto quelli riguardanti l’emergenza abitativa, ma il tutto nel rispetto della legge.

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