BARI – L’asta per la dismissione del pacchetto di maggioranza delle Terme di Santa Cesarea è andata deserto. Nemmeno una proposta è arrivata alla Regione Puglia che, per decisione del governo centrale nel 2013 e su sollecitazione della Corte dei Conti, ora sta imprimendo l’accelerata alla cessione del 50,4% di quote detenute nella società.
Che fare, dunque? Riproporre un’asta è inutile, andrebbe nuovamente deserta. A questo punto occorre rispolverare l’unica offerta pervenuta negli uffici di Lungomare Nazario Sauro: quella della cordata composta da Edilcostruzioni già socio di Terme per una quota inferiore all’1%, Iniziative Turistiche Immobiliari Salentine e Alberghiera Turistica termale.
Il prezzo imposto dalla Regione è di 17milioni di euro e questa è la base d’asta fissata con criterio del maggior prezzo rispetto a questo importo.
La premessa è che per statuto il diritto di prelazione può esercitarlo il comune, socio che detiene il 49% delle quote. Ma ora l’intenzione è quella di proporre il riesame della manifestazione d’interesse presentata dalla cordata salentina.
Ora bisogna, però, capire quale sarà la posizione degli imprenditori.